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Il tipico caso di OBE del dottor Beth
31 Ott 2019

Il tipico caso di OBE del dottor Beth

Post by Administrator

Verso la fine degli anni ’20 del secolo scorso, il dott. Beth fu protagonista di un caso di OBE reso di pubblico dominio grazie ad una pubblicazione di Emil Massiese avvenuta all’incirca un decennio dopo. Il soggetto in questione fornì numerosi dettagli in relazione alla fase di “uscita” e di “rientro” nel suo corpo fisico benché non ricordasse molto di quanto avesse fatto durante la fase di separazione.

OBE - Caso dott. Beth

Out of Body Experience

L’esperienza che viene descritta nel seguito è un tipico caso di OBE (Out of Body Experience). Il protagonista, un certo dott. Beth, descrive in maniera dettagliata le sensazioni associate alla fase di “uscita” e a quella di “rientro” nel suo corpo fisico sebbene la descrizione di ciò che avviene tra questi due momenti è alquanto priva di particolari spunti o ricordi significativi.

L’esperienza è stata riportata da Emil Massiese nella sua opera fondamentale “Das personaliche Ueberleben des Todes” (Berlino 1936-1939). Egli scrive che per ben due volte, il dott. Beth ebbe la sensazione precisa che il suo “io” fosse uscito dal corpo per poi ritornarvi. Ecco uno stralcio di quanto riportato nel libro: “Entrambe le esperienze le ho fatte a Vienna e durante la notte. Dopo un breve periodo di sonno mi trovavo in uno stato transitorio tra il sonno e la veglia conservando però la coscienza. Non avevo in quel periodo vissuto niente di importante per la mia esistenza, né ero preparato in qualche modo alle mie esperienze notturne.

Tutto avvenne di colpo. Ero nel dormiveglia ed avevo il netto desiderio di voler dormire, ma la coscienza era desta. In quei momenti ebbi la sensazione che qualche cosa fosse uscita dal mio corpo, e che si trovasse al di fuori di esso, staccata e lontana. Il mio corpo però non percepiva nulla, piuttosto la percezione era legata alla parte staccata che osservava il corpo quasi con un senso di disprezzo per la sua impotenza.

Tutta l’esperienza era dominata dalla sensazione di inattività del corpo. Fui molto impressionato, o meglio lo fu la parte del mio essere che stava per legarsi al corpo. Vedevo me stesso sul letto immobile, mi avvicinavo e dopo un attimo di esitazione vi penetravo da una fessura della testa posta tra la nuca e la fronte.

Durante la seconda esperienza, il ritorno ebbe qualche difficoltà in quanto non essendo un semplice procedimento si concentrava in tre fasi successive, simili a tre spinte. Dopo tutto questo restai sveglio per un determinato periodo e il mattino dopo mi risvegliai con un senso di gioia.

La prima esperienza l’ebbi nel settembre del 1927 la seconda il 12 maggio 1929. Non ho nessuna conoscenza di quello che avvenne durante la separazione, io ricordo solo la sensazione di stacco e il ritorno finale“.

Il caso di OBE di cui fu protagonista il dott. Beth si inserisce in una casistica enorme che ogni giorno si arricchisce di nuovi episodi e di nuovi racconti. Sono migliaia le esperienze simili a quella appena descritta vissute da persone provenienti da ogni parte del mondo con profili sociali e culturali totalmente eterogenei. Il fenomeno OBE è ancora relativamente poco studiato ma meriterebbe senza dubbio di essere preso in maggiore considerazione da parte degli specialisti in quanto potrebbe rivelarsi la chiave di volta per la comprensione della reale natura umana.

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