Nel XVIII secolo Franz Mesmer mise a punto una teoria che sosteneva l’esistenza del “magnetismo animale” in grado di agire sugli esseri viventi curando malattie di vario genere. A distanza di circa un secolo il chirurgo scozzese James Braid introdusse il concetto di “ipnosi” differenziandolo profondamente da quello di “magnetismo”.
Nel 1784 il marchese De Puységur scoprì che le persone “magnetizzate” sembravano possedere doti di chiaroveggenza, rispondevano a comandi non espressi e mostravano un’intelligenza superiore a quella manifestata nelle loro normali condizioni. Nel 1808, il medico francese J. H. Petetin dimostrò il potere del “magnetismo animale”. Una sua paziente, quando era “magnetizzata”, distingueva al tocco il gusto dei cibi e sapeva dire alle persone che cosa avevano in tasca.
Puységur e Petetin erano seguaci del medico guaritore austriaco Franz Mesmer, il quale credeva che si potesse influire col “magnetismo animale” sugli esseri umani. A questo scopo, allestì un locale di cura, con musica gradevole e luce soffusa, in cui i suoi pazienti sedevano intorno a tubi pieni di acqua, pietre e limatura di ferro, dalla cui sommità sporgevano bacchette di ferro. I pazienti ponevano queste bacchette sulle parti dolenti del corpo. Mesmer impiegava il proprio “magnetismo animale” per favorire la guarigione con la sua sola presenza o con il tocco di una bacchetta di ferro, provocando reazioni isteriche nei pazienti, le cui condizioni di salute sembravano migliorare.
Nel 1792 il dottor J. Bell scrisse di un soggetto che riusciva a leggere al buio e affermò di essere in grado di far sì che i sonnambuli obbedissero alla sua volontà. Durante una dimostrazione di “magnetismo animale” a Londra, nel 1837, poveri e malati furono sottoposti a pizzicotti, punture e scottature per mostrarne la mancanza di sensibilità. Il professor John Elliotson, dell’University College Hospital di Londra, pubblicò una relazione su interventi chirurgici effettuati su pazienti “magnetizzati” che avevano sofferto poco o nulla. Nel 1843, il chirurgo scozzese James Braid identificò una condizione psicologica indotta fissando una luce posta appena sopra il livello degli occhi: il paziente entrava in uno stato di suggestionabilità, che per Braid era una specie di “sonno nervoso”. Egli coniò il termine ipnosi, da Ipno, il dio greco del sonno.
L’introduzione degli anestetici in chirurgia, intorno al 1845, coincise con l’avvento del moderno spiritismo e la pratica dell’ipnosi fu soppiantata in entrambi gli ambiti, per essere ripresa solo alla fine del XIX secolo da Jean-Martin Charcot e Sigmund Freud, che l’applicarono nelle loro terapie.
L’ipnosi è ben altro che un semplice trucco. Pur comportando un rilassamento profondo, non è una forma di sonno, ma è simile allo stato di trance dei medium. La maggior parte delle persone può essere ipnotizzata, sia pure a diversi livelli. Si discute se sia possibile costringere il soggetto ad azioni contrarie alla sua volontà e se sia giusto ricorrere all’ipnosi a scopo di intrattenimento, con volontari che compiono gesti che altrimenti non sarebbero disposti a compiere.
Nella medicina tradizionale, l’ipnosi è tuttora usata contro il dolore e lo stress, e in situazioni in cui l’accesso a zone della coscienza e della memoria del soggetto non sia di solito possibile. La suggestione e la stimolazione ottenute per via ipnotica vengono usate a supporto della volontà del soggetto, per esempio nelle terapie per superare le fobie o per smettere di fumare. Negli Stati Uniti e in Israele la regressione ad eventi passati, indotta tramite ipnosi, è impiegata dalla polizia scientifica, perché può provocare il ricordo di un luogo, di un numero di targa o di altri particolari utili alle indagini. Pare che nessun crimine sia stato commesso in conseguenza di una suggestione postipnotica.
L’uso dell’ipnosi nel campo dell’investigazione paranormale si presta a maggiori critiche. Nel trattamento corretto di problemi della memoria si esercita un controllo appropriato su ciò che viene ricordato, ma la regressione ipnotica fatta da dilettanti, con scarsa o nulla esperienza medica, ha creato problemi. L’impiego più discutibile è forse quello effettuato su presunti sequestrati da alieni per “recuperarne” i ricordi. Sembra che molti abbiano ricordato esperienze spiacevoli sugli UFO, ma non c’è alcuna prova che si tratti di ricordi veri e si può presumere che l’ipnotizzatore possa indurre il soggetto a “richiamare” avvenimenti non accaduti realmente. L’ipnosi, che ha molti impieghi utili, deve essere praticata da professionisti e solo per aiutare le intenzioni e la memoria del soggetto, non per sopraffarlo.