È possibile che grandi musicisti del passato continuino a comporre musica dall’aldilà servendosi di medium? In base alle testimonianze e alle perizie del caso Rosemary Brown sembrerebbe proprio di sì. Numerosi musicologi riconoscono nelle opere “postume” lo stile inconfondibile dei defunti maestri.
Nel 1964, una casalinga inglese di nome Rosemary Brown, mentre era intenta a suonare il pianoforte, sentì improvvisamente che una forza invisibile assumeva il controllo delle sue dita. Con enorme stupore, vide lo spettro di Franz Liszt che le disse di munirsi di carta da musica e di attendere ulteriori istruzioni. Ben presto, malgrado le sue limitate conoscenze musicali, cominciò a scrivere musica sotto dettatura di Schumann, Rachmaninoff, Beethoven, Schubert, Brahms, Chopin, Bach e Grieg, nonché dello stesso Liszt.
La musica della signora Brown fu eseguita in pubblico per la prima volta nel 1966, durante un convegno di spiritismo. Anche i più scettici furono impressionati dalla sua modestia ed evidente sincerità, nonché dall’innegabile somiglianza delle sue composizioni con quelle dei grandi maestri. Il compositore inglese Richard Rodney Bennett dichiarò: “Non è possibile produrre falsi musicali come questi senza anni di preparazione“, un’opinione condivisa da molti musicisti. Anche il pianista Hephzibah Menuhin affermò che “ogni pezzo è chiaramente nello stile del compositore“. Tutti concordarono sul fatto che i brani non raggiungevano il livello delle opere migliori dei musicisti in questione. André Previn li qualificò come “roba di terzo, quarto e quint’ordine“, ma ammise che anche la parodia di un capolavoro richiede una preparazione musicale non indifferente.
I critici più severi hanno definito la musica dall’aldilà della signora Brown un’abile messa in scena, facendo notare che pianisti come Liberace e Victor Borge hanno eseguito spesso musica contemporanea nello stile originale di qualche grande compositore. Altri si chiedono se le composizioni non abbiano avuto origine nell’inconscio della donna. Secondo il parapsicologo e musicista classico D. Scott Rogo, “la psicologia sa relativamente poco sulle nostre capacità creative o sulla natura della creatività inconscia, sicché è praticamente impossibile rintracciare la vera fonte di queste ispirazioni“.
Le doti della signora Brown possono avere a che fare più con il mistero della creatività che con quello della vita ultraterrena. Analizzandone le composizioni, il musicologo Geoffrey Gibbs riscontrò motivi tecnici per dubitare dell’intervento dei grandi maestri, come là dove parti di un’opera “di Liszt” erano state tratte da un brano poco noto di Chopin, forse “preso in prestito” inconsciamente. Sembra comunque che, qualunque ne sia la fonte, le melodie resistano al tempo.