Avvenimenti tragici nella storia dell’umanità tendono a protrarre i loro effetti nel tempo provocando percezioni visive e uditive in soggetti particolarmente sensibili alle energie ambientali. Il tragico raid su Dieppe, avvenimento chiave della II° Guerra Mondiale, venne rivissuto nel 1951 da due cognate in vacanza nei pressi del luogo della battaglia.
Il 4 agosto 1951, prima dell’alba, due cognate in vacanza vicino a Dieppe, in Francia, furono svegliate da rumori spaventosi di spari e bombardamenti. Guardando verso il mare non videro nulla, ma il fragore persisteva e continuò per oltre due ore, finché non svanì a poco a poco. Le due donne si chiesero se ciò che avevano udito non fosse collegato, in qualche modo, con il famigerato quanto disastroso raid su Dieppe che il 19 agosto 1942 venne messo in azione da parte di un commando britannico (Dieppe a quel tempo era occupata dall’esercito tedesco), evento cruciale della II Guerra Mondiale menzionato anche nella loro guida turistica. Ma rimasero costernate quando seppero che nessun altro aveva udito il fragore.
I riferimenti al raid su Dieppe contenuti nella guida erano vaghi, per cui le due donne decisero di sorvolare su quanto accaduto. L’anno successivo fu pubblicato un minuzioso resoconto ufficiale dell’avvenimento. I ricercatori lo confrontarono con i resoconti delle due donne e ne dedussero che le corrispondenze erano troppe perché si trattasse di pure coincidenze.
Gli scettici ipotizzarono che le donne avessero avuto un’illusione uditiva provocata da una combinazione tra il fragore del mare, insolitamente forte quella notte a causa del vento impetuoso, e i normali rumori degli aerei di linea. Un’altra spiegazione fu fornita dalla famiglia Eades, che era stata in villeggiatura vicino a Dieppe precedentemente ed era stata svegliata anch’essa da strani rumori, come quelli provocati da animali impazziti. Si era poi saputo che erano da attribuire a una draga in attività nel porto. Il signor Eades, letto il racconto delle due donne, controllò presso i registri delle attività portuali, riscontrando che effettivamente quella notte era in funzione una draga.
Ma i lavori di scavo si erano svolti anche nel corso di molte altre notti durante il soggiorno delle due donne, eppure esse udirono i rumori solo una volta. Inoltre, udirono rumori simili, benché più fievoli, anche una notte precedente, in cui la draga non era in funzione. L’orario di lavoro della draga non coincideva con quello indicato dalle due donne e, comunque, non spiegava la coincidenza fra i rumori uditi e gli episodi specifici del raid. Poteva una macchina scavatrice creare un’illusione così chiara e precisa? O il commando del tragico raid su Dieppe indugiava ancora nei paraggi?