Nato nel 1881 a Londra, Harry Price, è stato uno dei parapsicologi e degli investigatori del sovrannaturale più conosciuto ed apprezzato di tutti i tempi. Per le sue doti intuitive, per la modernità delle tecnologie utilizzate e per l’originalità dei metodi adoperati viene spesso ricordato dagli amanti del paranormale come “il cacciatore di fantasmi” per antonomasia.
Quando ebbe terminato il lavoro sulla canonica di Borley, Harry Price, il cacciatore di fantasmi, la qualificò come “la più infestata di tutta l’Inghilterra“. Tra i fantasmi e gli spettri che era riuscito a individuare nell’edificio, dopo svariati mesi di pazienti studi e di minuziose analisi, vi era quello di una monaca che, secondo la leggenda, era stata “murata viva” in una parte del convento, quello di un uomo decapitato, di una carrozza con cavalli e il reverendo Henry Bull, che aveva costruito quella casa sinistra nel 1863.
Harry Price fu probabilmente il più noto e anche, tecnicamente, il più preparato tra i cacciatori di fantasmi che cercarono all’inizio del nostro secolo di provare, con metodi pratici e tecnologie moderne, la realtà dei fantasmi. L’equipaggiamento di Price era diversificato, ma completo per lo scopo a cui era destinato: consisteva in soprascarpe di feltro per “aggirarsi per la casa senza far rumore“, metri a nastro d’acciaio per misurare lo spessore dei muri e scoprire eventuali stanze segrete, una macchina fotografica a treppiede per riprese di interni e di esterni, una cinepresa controllata a distanza, il materiale per rilevare le impronte digitali e un telefono portatile per comunicare istantaneamente con altri investigatori, suoi assistenti e collaboratori.
Secondo gli standard inglesi, la fama della canonica di Borley, come luogo infestato dai fantasmi, era piuttosto modesta quando Price cominciò a interessarsene, e anche allora, gli spiriti da lui identificati si dimostrarono del tutto prevedibili. Ciò che all’inizio attirò l’attenzione di Price, nel 1929, furono le lamentele degli inquilini, il reverendo G. Eric Smith e sua moglie, che erano da qualche tempo disturbati da mobili che si spostavano da soli, chiavi che cadevano dalle serrature, rumori di passi e la voce di una donna. Price studiò accuratamente il fenomeno per tre giorni, quindi dichiarò di non aver trovato spiegazioni naturali per questi fenomeni insoliti. Annunciò anche che era però riuscito a scorgere una figura evanescente che si era improvvisamente delineata davanti ai suoi occhi, mentre guardava sbalordito: poteva essere lo spettro della suora e disse che era riuscito a mettersi in contatto con il defunto reverendo Bull.
Price tornò a occuparsi della canonica un anno dopo, quando gli Smith furono sostituiti dal reverendo Lionel Algernon Foyster e dalla moglie Marianna. Appena i Foyster si furono sistemati, cominciarono ad accadere fenomeni poltergeist, quelli che vengono definiti anche comunemente “spiriti burloni”. Le persone rimanevano chiuse fuori dalle stanze, scomparivano le suppellettili di casa, si rompevano le finestre, i mobili si muovevano qua e là, si sentivano strani odori e strani rumori.
Ma era soprattutto la signora Foyster a incorrere nei peggiori incidenti. Una notte fu buttata giù dal letto e picchiata da una mano invisibile che le fece un occhio nero mentre in un’altra occasione fu quasi soffocata da un materasso. Poi, incominciarono ad apparire sui muri della canonica strani messaggi quasi indecifrabili come: “Marianna, per favore, aiutaci a ottenere” e “Marianna, luce, messe, preghiere“.
Dal momento che praticamente quasi tutti questi eventi inspiegabili si verificavano quando la signora Foyster era sola, Price tendeva ad attribuirli alle sue manipolazioni ma continuava a credere comunque nella possibile autenticità dei fantasmi della monaca e del reverendo Bull. Quindi, quando la canonica fu di nuovo vacante, Price colse l’occasione per prenderla in affitto e trasformarla in un laboratorio per lo studio degli eventi soprannaturali. Con l’aiuto di 48 volontari, mise a punto i complicati test che lo resero celebre e concluse che Borley era “il più straordinario e meglio documentato caso di infestazione negli annali della ricerca psichica“.
Anche se molti condividevano le sue idee, Harry Price era molto stimato per la sua onestà professionale e per i suoi metodi ingegnosi e pieni di risorse. E poiché aveva dedicato 40 anni della sua vita a indagare su fenomeni parapsichici, scoppiò uno scandalo di vaste proporzioni quando, dopo la sua morte avvenuta nel 1948, le critiche iniziarono a minare la sua reputazione. Un giornalista sostenne di aver colto Price in fallo mentre stava truccando delle prove, e la signora Smith scrisse che né lei né il marito avevano mai creduto che la canonica fosse infestata.
Nel 1956, tre ricercatori della Società per la Ricerca Psichica riferirono che, dopo aver intervistato alcune persone vissute a Borley e analizzato a fondo gli appunti di Price, erano giunti alla conclusione che il cacciatore di fantasmi aveva manipolato alcuni fatti. Borley doveva essere il suo capolavoro, ma nonostante i mezzi sofisticati di cui disponeva, non era mai riuscito a provare in maniera incontrovertibile che ospitasse davvero dei fantasmi. Non volendo, probabilmente che le sue fatiche rimanessero senza esito, Price aveva un po’ troppo aiutato le proprie interpretazioni dell’ignoto.