Nel 1348, il vecchio continente conobbe un’epidemia di peste senza precedenti. Alcuni storici ritengono che il tasso di mortalità si attestò poco al di sotto del 30% della popolazione. Negli anni precedenti la terribile calamità, numerosi astrologi predirono con estrema precisione l’arrivo della “morte nera” e di terribili sofferenze.
Una delle peggiori epidemie di peste che la storia ricordi dilagò in Europa nel 1348. Gli storici hanno calcolato che la “morte nera” comportò il decesso di circa un terzo dell’intera popolazione europea.
Alcuni documenti dell’epoca provano che negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della pandemia, numerosi astrologi predissero l’arrivo del tremendo flagello nel volgere di breve tempo.
Nel 1344 il matematico e astronomo francese Jean de Murs scrisse a papa Clemente VI che, all’inizio di marzo del 1345, i pianeti Giove, Marte e Saturno sarebbero apparsi insieme, una congiunzione che, facendo seguito ad un’eclissi lunare e coincidendo con l’equinozio di primavera, era un chiaro presagio di carestia, violenze e spaventose malattie.
Lo storico italiano Giovanni Villani, morto di peste nel 1348, scrisse nella sua “Cronica di Firenze” che nel 1347 un grande vapore proveniente da nord si era fermato sopra molte città, terrorizzandone gli abitanti. Centocinquanta anni dopo, l’abate Giovanni Tritemio riprese il racconto del Villani e ricordò ai lettori una predizione fatta nel 1345 da un altro famoso astronomo, secondo il quale nel giro di pochi anni in tutto il mondo ci sarebbero state perdite incalcolabili di vite umane causate da terribili calamità. “Pulci, locuste e animali velenosi abbonderanno sulla faccia della terra e ci saranno molti segni e prodigi nell’aria“. È l’unico documento del tempo che collega correttamente le pulci alla “morte nera” del 1348.
Il frate carmelitano Jean de Venette, eminente teologo dell’Università di Parigi, riferì che nell’agosto 1348, poco prima che a Parigi scoppiasse la peste, vide una grande stella apparire sulla città ad ovest, fermarsi nello stesso posto per qualche tempo, quindi spezzarsi in tanti raggi ad est e scomparire. L’apparizione venne interpretata come foriera di tremende calamità e sciagure. Come ci insegna la storia, l’epidemia che seguì a breve mise in ginocchio un intero continente ed influenzò in maniera decisiva il corso della civiltà occidentale.