Secondo una nota profezia del famoso medium e veggente Edgar Cayce, tra il 1968 ed il 1969 nella regione di Bimini, distretto occidentale delle Bahamas, sarebbero state scoperte delle strutture sottomarine a testimonianza dell’esistenza del perduto continente di Atlantide.
Edgar Cayce (1877-1945) è stato talora considerato il medium più abile del ventesimo secolo. La sua predizione più nota riguarda la riscoperta di Atlantide, il continente scomparso, la cui conferma giunse apparentemente più di vent’anni dopo la sua morte. Cayce aveva pronosticato che una parte di Atlantide sarebbe “riemersa” nel 1968 o nel 1969 nella regione di Bimini, nel distretto occidentale delle Bahamas. Effettivamente, in quegli anni, vennero scoperte strutture sottomarine misteriose proprio nella zona da lui indicata.
Gli appunti relativi all’attività medianica di Cayce sono disseminati delle più sbalorditive affermazioni sulla preistoria, quale, ad esempio, l’asserzione che la razza umana sia comparsa sulla Terra ben dieci milioni di anni fa. I sostenitori del medium hanno dichiarato che si tratta di un’altra predizione di successo, dal momento che alcuni fossili di australopithecus, un nostro lontano antenato, risalgono a cinque milioni di anni fa. Cayce credeva, tuttavia, che i primissimi esseri umani esistessero solo quali “forme di pensiero” eteree, ermafrodite, fatto piuttosto difficile da provare esaminando i fossili!
In una data non precisata, secondo le sue interpretazioni, tali esseri spirituali iniziarono a diventare tangibili e si divisero in cinque razze: bianca, nera, gialla, bruna e rossa. La razza rossa sviluppò una fiorente civiltà su Atlantide, diventando però più materialistica e legata alla vita terrena. Col tempo gli abitanti di Atlantide iniziarono a rivolgersi alle forze del male e cominciarono perfino la pratica di sacrifici umani. Sebbene fosse spiritualmente corrotta, la civiltà di Atlantide raggiunse un livello tecnologico persino superiore a quello nostro attuale; secondo Edgar Cayce esistevano mongolfiere, aeroplani, sottomarini, ascensori, apparecchi a raggi X, la “fotografia a distanza” e macchine antigravità.
Sembra che Cayce avesse una conoscenza diretta degli ultimi giorni di Atlantide, in quanto credeva di essere stato un sacerdote chiamato Ra Ta, che aveva regnato nei monti del Caucaso approssimativamente nel 10.500 a.C. Presentendo la distruzione del continente, Ra Ta aveva ordinato a parte dei suoi sudditi di riparare in Egitto, dove edificarono le Grandi Piramidi e la Sfinge, accanto alla quale venne costruito un “archivio delle memorie” sotterraneo per ospitare una biblioteca che preservasse la saggezza degli abitanti di Atlantide. Un passaggio segreto collegato ad una zampa della Sfinge condurrebbe a tale tesoro nascosto.
Proprio nelle aree che ospitarono i profughi atlantidei (Egitto, Marocco, Pirenei, Honduras britannico, Yucatàn ed Americhe in generale), Cayce predisse la comparsa di “prove dirette della civiltà perduta“. Tali affermazioni risalgono al 1932, quando osservò, inoltre, che le Bahamas erano una porzione del continente scomparso “che potrebbero essere viste nel presente“. L’anno seguente dichiarò che le iscrizioni con le modalità di costruzione del congegno fatale della “roccia di fuoco” di Atlantide sopravvivono tuttora in tre luoghi: Egitto, Yucatàn e nella “porzione sommersa di Atlantide, o Poseidia, dove una parte del tempio potrebbe essere ancora scoperta sotto la melma del tempio sottomarino, vicino a Bimini, al largo della costa della Florida“. Nel 1940 Edgar Cayce predisse la data in cui il frammento di Atlantide sprofondato vicino a Bimini sarebbe stato di nuovo visibile: “Poseidia sarà una delle prime porzioni di Atlantide a riemergere in un tempo non molto lontano, forse nel 1968-1969“.
Per quanto possano sembrare bizzarre le previsioni di Cayce, nel 1967 sembrò giungere una conferma sorprendente, quando i piloti Robert Brush e Trigg Adams individuarono e fotografarono dal cielo una struttura rettangolare al largo della costa di Andros, l’isola maggiore delle Bahamas. Le foto pubblicate suggerivano senza dubbio un edificio sommerso. Ulteriori scoperte sarebbero state fatte nel ’68 e ’69, proprio come pronosticato da Cayce. Brush e Adams mostrarono le loro foto a Dmitri Rebikoff, un noto esperto di fotografia sottomarina; insieme allo zoologo Manson Valentine, che stava da tempo studiando le Bahamas in cerca di civiltà perdute, Rebikoff esaminò il sito di Andros nel 1968 e trovò un edificio ricoperto di alghe marine, delle dimensioni approssimative di 30 x 22 metri.
Valentine, che aveva precedentemente eseguito lavori archeologici nello Yucatàn, confrontò la sua pianta con quella del tempio maya classico di Uxmal ed utilizzando il metodo piuttosto insolito di datarne l’età in base alla profondità sottomarina (circa 18 metri), concluse che la struttura era precolombiana. Nel medesimo anno un pescatore locale attirò la sua attenzione su un’insolita formazione rocciosa a forma di J, situata a circa 6 metri di profondità, al largo della costa settentrionale di Bimini. Sulla rivista ufficiale del Museo di Scienze di Miami del quale Valentine era curatore venne scritto: “Un esteso pavimento di pietre regolari e poligonali, ovviamente modellate ed allineate accuratamente a formare una struttura artificiale credibile. Evidentemente, tali pietre erano rimaste sommerse a lungo, poiché i margini delle più grandi erano arrotondati, dando ai blocchi la parvenza di grosse pagnotte o di cuscini di pietra“.
In un’intervista pubblicata nel 1984, Valentine dichiarò decisamente che considerava i ritrovamenti una conferma della premonizione di Cayce riguardante la “riemersione di Atlantide”, e la sua affermazione è stata ripetuta in decine di libri e di articoli. Nel frattempo, a partire dalle prime scoperte, le immersioni alla ricerca di ulteriori tracce di Atlantide si sono susseguite a ritmo frenetico, e vi è stato un flusso quasi continuo di dichiarazioni incredibili. Alcuni sub hanno “visto” templi, colonne pulsanti di energia, e persino piramidi, alcune delle quali coronate di cristalli scintillanti, senza tuttavia mai riuscire a fotografarli chiaramente.
Nel contempo, molti altri medium ripresero la questione dal punto in cui era arrivato Cayce ed elaborarono il suo caso. Dopo Valentine, il principale fautore del collegamento Bimini-Atlantide divenne il dottor David Zink, docente di letteratura inglese nonché esperto sub, le cui spedizioni includevano regolarmente alcuni medium per formulare interpretazioni sul campo. La sua veggente, Carol Huffstickler, rivelò che la strada di Bimini in realtà faceva parte di un labirinto, costruito da esseri progrediti provenienti dall’ammasso stellare delle Pleiadi per svolgere “una sorta di servizio missionario galattico“.
Essi avevano edificato il labirinto di Bimini quale sito sacro che poteva sfruttare il campo magnetico terrestre “per elevare le coscienze e guarire“. Zink pubblicò tali interpretazioni nel suo libro “The Stones of Atlantis“. Più concretamente, la “strada di Bimini” e la struttura scoperta vicino ad Andros hanno il pregio di essere oggetti tangibili, fotografati e studiati numerose volte. Ma in che modo rappresentano una conferma dell’efficacia del metodo di archeologia medianica usato da Cayce?
Subito dopo la sua scoperta, la strada di Bimini divenne oggetto di una lunga controversia. Nel 1971 un geologo professionista affermò che si trattava di una “roccia costiera” calcarea formatasi naturalmente, fratturata ed erosa, tanto da sembrare un insieme di blocchi da costruzione arrotondati e piatti. La disputa con i seguaci di Cayce sarebbe probabilmente durata a lungo se, nel 1980, Eugene Shinn dell’Istituto Geologico Americano, non avesse pubblicato le prove conclusive offerte dalle pietre. Se la “strada” fosse stata artificiale le venature e le microstrutture interne delle pietre non sarebbero dovute essere continue da un “blocco” all’altro, come era invece risultato da tutti i test immaginabili eseguiti da Shinn.
Con molta probabilità l’intera saga dei ritrovamenti di Bimini costituisce il classico caso di una profezia che si avvera solo perché predetta. Brush ed Adams, i piloti che individuarono la struttura di Andros nel 1967, stavano sorvolando l’area perché si aspettavano di trovare tracce di Atlantide in quell’anno. Entrambi erano membri dell’Associazione per la Ricerca e l’Illuminazione, fondata da Edgar Cayce, ed ovviamente volevano essere tra i primi ad assistere a quella che credevano dovesse essere la scoperta archeologica del secolo.