Durante la Prima Guerra Mondiale, a Mons, in Francia, nel corso di una battaglia tra le truppe inglesi e quelle tedesche si verificò un fatto inspiegabile che ancora oggi non riesce a trovare una spiegazione logica. Durante la ritirata degli Inglesi un “esercito di angeli”, passati alla storia come gli “Angeli di Mons”, si frapposero tra i due schieramenti consentendo all’esercito britannico di ottenere una ritirata strategica ed evitare una carneficina.
Un mese dopo l’accanita battaglia di Mons, durante la Prima Guerra Mondiale, sull’Evening News di Londra venne pubblicato un articolo che provocò grande scalpore dando luogo a lunghe e vivaci discussioni.
L’articolo era firmato dal giornalista e scrittore gallese Arthur Machen, e narrava come una compagnia inglese fosse stata salvata da “alleati celesti” dall’attacco di una preponderante forza nemica. Gli “Angeli di Mons” si erano improvvisamente piazzati tra gli inglesi e i tedeschi, costringendo questi ultimi a ritirarsi.
La battaglia si svolse il 26 agosto 1914; e quando l’articolo apparve, nel settembre dello stesso anno, la maggior parte dei superstiti inglesi si trovava ancora in Francia. Nel maggio dell’anno seguente, la figlia di un ecclesiastico pubblicò su una rivista parrocchiale una versione dei fatti che le era stata rivelata sotto giuramento da un ufficiale inglese del quale non poteva citare il nome.
L’ufficiale le aveva riferito che mentre la sua compagnia si stava ritirando da Mons, un’unità di cavalleria tedesca si era gettata sulle sue tracce; gli inglesi si erano allora diretti verso una posizione dove la compagnia avrebbe potuto attestarsi e combattere, ma i tedeschi l’avevano raggiunta prima di loro. Sicuri di essere ormai votati alla morte, gli inglesi videro con grande stupore un gruppo di angeli interporsi fra loro e il nemico. I cavalli dei tedeschi si spaventarono e si dispersero in tutte le direzioni.
Anche un cappellano dell’esercito inglese, il reverendo Chavasse, lasciò scritto di aver udito un racconto simile da alcuni alti ufficiali. Un tenente colonnello, poi, riferì che durante la ritirata il suo battaglione era stato scortato per più di venti minuti da uno squadrone “fantasma”.
Il comando tedesco dichiarò infine che i suoi uomini si erano rifiutati di andare alla carica contro un punto dove la linea inglese era stata spezzata “a causa della presenza di un rilevante numero di truppe nemiche“. Orbene, secondo il comando inglese non c’era un solo soldato britannico in tutta la zona.
L’aspetto più curioso dei racconti sugli “Angeli di Mons” è che erano tutti di fonte indiretta. Gli ufficiali che li avevano redatti desideravano restare anonimi; temevano forse di essere accusati di “eccessiva immaginazione” e di rovinarsi la carriera. Vari anni più tardi, Machen, che era tra l’altro autore di racconti sovrannaturali e dell’orrore, oltre che membro della società misticheggiante nota come “Ordine Ermetico dell’Alba Dorata“, ammise che il suo articolo era stato inventato di sana pianta.
Nonostante l’ammissione di Machen, però, molti reduci inglesi continuarono a parlare degli “Angeli di Mons” e gli storici finirono col credere che qualcosa di inspiegabile doveva proprio essere accaduto. Forse i reduci si erano lasciati suggestionare da una storia così fantasiosa e avevano deciso di sostenerla? O forse, invece, era accaduto veramente qualcosa, un miraggio magari, che aveva indotto sia gli inglesi sia i tedeschi a credere di aver visto un fantomatico esercito di angeli?
Quale che sia la spiegazione, gli inglesi compirono in effetti qualcosa di simile a un miracolo: nonostante avessero pochissime probabilità di cavarsela e avessero sofferto pesanti perdite, riuscirono ad ottenere una ritirata strategica che lasciò intatta la loro forza.