Nel corso dei secoli, streghe e stregoni sono stati ritenuti colpevoli di provocare il male e di essere gli artefici di maledizioni e riti blasfemi. Questi personaggi, presenti da sempre nell’iconografia cristiana, sono descritti come gli oppositori del bene e della Chiesa di Cristo, al servizio di Satana e dei suoi loschi piani.
Satana ebbe i suoi sacerdoti: gli stregoni e soprattutto ebbe le sue sacerdotesse: le streghe. Come conseguenza della più ovvia logica, dato che gli uomini erano i soli ammessi al servizio del Signore, le donne, che ne erano escluse, si volsero in numero preponderante al suo rivale tenebroso che le accoglieva con maggiore magnanimità. Si è detto che esistevano mille streghe per ogni stregone: è un’esagerazione evidente, ma è sicuro che la proporzione delle donne nella folla che si radunava per adorare il caprone era molto maggiore di quella degli uomini.
Sulla pietra di volta di destra del portale ovest della cattedrale di Lione non vediamo uno stregone, ma una strega tra le sculture zodiacali; si tratta di un’opera molto strana del principio del XIV secolo, certo la più antica rappresentazione di questo personaggio in una cattedrale. La sua presenza non può che indicare un implicito riconoscimento da parte della Chiesa della realtà della stregoneria, a differenza di alcuni cristiani moderni, che sarebbero ben lieti di rinnegare queste imbarazzanti tradizioni e con esse il diavolo. La strega qui è nuda, e lo sarà anche nelle incisioni dei sabba del XVI e XVII secolo: cavalca un caprone di cui tiene con la destra un corno mentre con la sinistra fa volteggiare un animale, il classico gatto nero, lo stesso che ritroviamo ancora oggi nell’immaginario collettivo collegato alle streghe. La scena permette di capire quale terrore provocavano a quell’epoca le streghe a causa dell’importanza che si attribuiva ai loro poteri.
E’ quasi impossibile dare una definizione precisa dello stregone: le sue funzioni erano molteplici ed esistevano diversi tipi di stregoni e di streghe, senza contare che questi nomi erano spesso attribuiti abusivamente a personaggi che occupavano posti ben diversi nella scala sociale e che erano ben distanti gli uni dagli altri per il loro grado di cultura. Funzione principale dello stregone era di gettare la malasorte su coloro verso cui aveva ostilità: invocava su di essi la maledizione dell’inferno, così come il prete invocava la benedizione del cielo, e in questo campo egli si trovava in rivalità diretta e assoluta col mondo ecclesiastico.
Egli poteva, sempre facendo ricorso al diavolo, ottenere benefici e vantaggi temporali per coloro che erano disposti a fare un patto, vantaggi che la Chiesa condannava per la loro origine demoniaca; e anche qui lo stregone si trovava in netta contraddizione col prete, il quale predicava che i beni temporali non potevano essere ottenuti senza peccato tranne che da Dio, indirizzandosi a lui, o direttamente o tramite i suoi santi.
C’erano stregoni esperti che conoscevano l’arte di far apparire il diavolo o i demoni subalterni dell’immenso esercito infernale: evidente superiorità sul prete, al quale la teologia impediva di tentare Dio con la richiesta di miracoli e che quindi non poteva provocare alcuna apparizione benevola; altri stregoni, detti necromanti, facevano apparire i morti, operazione che spesso viene confusa con l’apparizione dei demoni da cui invece differisce nettamente.
I fenomeni di invasamento erano spesso associati alla stregoneria. Il capolavoro dell’arte infernale: il sabba, adunata di tutti gli stregoni d’una zona sotto la direzione del diavolo in persona rappresenta l’esempio classico. Non tutti gli stregoni però si recavano al sabba e non tutti erano dediti alle attività tenebrose che abbiamo citato. Molti erano quelli che si limitavano ad esercitare arti meno malefiche: predicevano la buona ventura, leggevano l’avvenire nei tarocchi, interpretavano le linee della mano e si dedicavano alla divinazione secondo svariati procedimenti di cui si trasmettevano misteriosamente le tradizioni. La popolazione girovaga degli zingari pare si sia sempre dedicata in modo particolare a questo genere di stregoneria, mentre gli stregoni “sataneggianti” erano solitamente stabili nel loro paese.
C’erano infine gli stregoni “intellettuali”. Venivano chiamati stregoni perché non esisteva allora il concetto esatto di quello che è oggi per noi lo “scienziato”. L’uomo dotto era l’uomo dei libri, insegnava ex cathedra nell’università senza allontanarsi dalla dottrina della Chiesa e da quella di Aristotele. Ma colui che si cimentava nella manipolazione della materia per strapparle i segreti nell’ombra del laboratorio e per coordinare i primi incerti passi della scienza sperimentale, era ancora una specie di mago, nome che spesso gli veniva dato perché allo studio dei segreti della natura affiancava volentieri attività psichiche.
In tutte le città della Germania, dell’Ungheria, delle Fiandre e del Brabante nel medioevo c’era sempre un vecchio che viveva isolato in una casa misteriosa, in fondo a qualche vicolo cieco, col catenaccio alla porta ineluttabilmente sprangato in faccia ai curiosi e agli intrusi. Mezzo orefice e mezzo antiquario, veniva ritenuto estremamente ricco; talvolta aveva una figlia graziosa che si faceva vedere soltanto a messa e che non sapeva nulla dell’attività del padre. Si immaginava che egli leggesse negli astri e cercasse di trasformare i metalli (di notte si sentiva l’ansare dei potenti mantici dei suoi fornelli) e che creasse degli automi, ma in realtà non si conosceva il segreto delle sue pratiche, tanto che per darne una spiegazione accettabile si finiva col concludere che aveva venduto l’anima al diavolo e lo si chiamava dunque stregone.
Ci furono anche monaci ai quali si diede questo appellativo: Ruggero Bacone e Alberto Magno, che divenne arcivescovo di Ratisbona in Baviera, si lasciarono alle spalle fama di stregoni. Ci furono anche dei re, come Enrico III e sua madre Caterina De’ Medici, e persino dei papi: il papa San Leone Magno vissuto nel V secolo, il papa Onorio del VII secolo e il papa Silvestro II dell’undicesimo secolo furono tutti, a torto o a ragione, ritenuti stregoni e si attribuirono loro diverse magie.
Numerosissimi nei secoli passati gli stregoni di campagna. Non sono ancora completamente scomparsi in Europa, ma se ne incontrano ancora nei paesi balcanici e della ex Jugoslavia. Quanto agli stregoni di città, oggi sono rappresentati dalle chiromanti, dalle cartomanti e dagli astrologi; la scienza di questi ultimi ha visto nella prima metà del secolo scorso un vero e proprio rifiorire ed essi sono attualmente numerosi in Francia, in Germania, in Danimarca, in Inghilterra e soprattutto negli Stati Uniti. Analogamente i moderni alchimisti si ricollegano come un tempo alla scienza analitica e sperimentale. Non di rado si chinano sui libri del passato chiedendosi se gli antichi non abbiano avuto con centinaia di secoli di anticipo l’intuizione delle più avanzate teorie moderne.