Il Vangelo di Maria Maddalena è uno dei testi apocrifi più conosciuti e dibattuti dagli studiosi delle origini del cristianesimo. Sebbene al giorno d’oggi non disponiamo del testo nella sua interezza ciò che rimane ci permette di inquadrare Maria Maddalena ed il rapporto che aveva con Gesù sotto una luce completamente nuova.
Nel 1896 venne scoperto al Cairo un papiro del V secolo con iscrizioni in copto. Conteneva quattro nuovi testi, tutti molto antichi, uno dei quali sarebbe stato in seguito rinvenuto anche a Nag Hammadi. Tra loro c’era anche quello che, mai visto prima e noto solo alla Chiesa egiziana, venne chiamato Vangelo di Maria di Magdala.
Si tratta di un testo datato verso l’inizio del II secolo d.C. e anch’esso, come il Vangelo di Tommaso, può rivendicare la stessa validità dei Vangeli del Nuovo Testamento. Benché ne siano stati rinvenuti due ulteriori frammenti, solo metà dell’originale si è conservata. Nonostante questo, si tratta di un testo illuminante.
Il Vangelo di Maria Maddalena (anche conosciuto come il Vangelo di Maria di Magdala) reca un monito da parte di Gesù a non cercare le prove fisiche del regno dei cieli, ma le parole impiegate sono un po’ diverse da quelle a cui siamo abituati. La traduttrice, la professoressa Karen King, della Harvard University Divinity School, ha sostituito l’espressione “figlio dell’uomo”, con una nuova, e sicuramente non canonica, ovvero “figlio della vera Umanità”, che di certo evita di usare un bagaglio settario e dogmatico; per le stesse ragioni ha sostituito “regno” con “reame”.
“State in guardia” avverte Gesù “in modo che nessuno vi inganni dicendo: guardate lì o guardate là. Perché il figlio della vera Umanità esiste dentro di voi. Seguitelo! Coloro che lo cercano lo troveranno. Andate dunque, predicate la buona novella sul Reame!“. Ma a un certo punto c’è una svolta: mentre i discepoli vengono rappresentati intenti a discutere su che cosa intendesse dire Gesù, Pietro dice a Maddalena: “Sorella, sappiamo che il Salvatore ti ha amata più di tutte le altre donne. Dicci le parole del Salvatore che ricordi, le cose che sai e che noi non sappiamo“. Maria Maddalena, secondo quanto emerge qui, e a differenza degli altri discepoli, ha ricevuto da Gesù qualche insegnamento segreto, e risponde a Pietro: “Vi insegnerò quello che vi è occulto“.
Molti dei discepoli sono sconcertati dalla sapienza di Maria e discutono se Gesù abbia mai detto quello che lei afferma, oppure protestano per il fatto che egli abbia parlato a una donna prima che a loro, fatto che trovano oltraggioso e difficile da credere. Pietro vuole sapere: “Dunque egli parlava con una donna in privato senza che noi lo sapessimo? Dobbiamo cambiare atteggiamento e ascoltare lei? Dunque egli ha scelto lei invece che noi?“.
Ma un discepolo di nome Levi difende Maria Maddalena: “Non c’è dubbio che dobbiamo fidarci della conoscenza che il Salvatore aveva di lei. Questo è il motivo per cui l’amava più di noi“. Possiamo essere abbastanza certi che, sulla base non solo del Vangelo di Maria Maddalena, del Vangelo di Tommaso e dell’estratto di Smith dal Vangelo segreto di Marco, ma anche in virtù delle asserzioni del Nuovo Testamento stesso, Gesù insegnava dottrine segrete che riguardavano il passaggio al regno dei cieli. Espressione metaforica per indicare l’Oltretomba egizio o il paese dei Benedetti o mondo degli inferi greco, tutti raffiguranti il mondo divino. Tra i discepoli di Gesù, chi comprese meglio il suo insegnamento fu Maria Maddalena, la discepola che egli amava più di tutti gli altri e che, secondo il Vangelo di Filippo, baciava spesso.
Alla luce di ciò risulta facile capire perché, quando Gesù si era recato a Betania come messia, la cerimonia fu officiata da una donna, Maria di Betania, sorella di Lazzaro, che era stato “resuscitato dai morti“, secondo quello che sembra essere un confuso resoconto di un’iniziazione ai segreti dell’Oltretomba (Giovanni 11:2). Bisognerebbe accettare le antiche tradizioni e riconoscere in Maria di Betania la donna chiamata Maria Maddalena: era molto intima con Gesù e, presumibilmente, sua moglie. Il fatto che fosse la sua compagna dimostra come egli non imponesse l’esclusività maschile per il percorso verso il regno dei cieli.
Era Maria Maddalena che aveva capito meglio di chiunque altro i segreti del regno dei cieli, che aveva attraversato i verdi pascoli della terra promessa, che aveva posseduto tutte le chiavi per viaggiare nell’Oltretomba. Era quindi naturale che fosse lei a ungere Gesù quale messia. Un’importante componente di tale unzione consisteva nel fatto che doveva essere compiuta da qualcuno che capisse che cosa stava facendo e che partecipasse al riconoscimento del messia, perché l’unzione era solo la parte conclusiva di un lungo rituale, i cui particolari non sono stati registrati dai Vangeli.
Non c’è da meravigliarsi quindi che i detentori del potere a Roma temessero la conoscenza e la diffusione del Vangelo di Maria Maddalena, quanto degli altri Vangeli e facessero di tutto per boicottarli e cancellarne la memoria. Per quanto riguarda invece i Vangeli entrati a far parte del nuovo Testamento, non potevano far altro che controllarne l’interpretazione, deformandola secondo le loro necessità. L’arroganza, naturalmente, sta nel fatto che alcuni teologi abbiano avuto la presunzione di capire, secoli o addirittura uno o due millenni dopo, che cosa avessero in mente gli autori di quei testi, e magari di capirlo anche meglio degli scriventi stessi. Come è possibile che per tanto tempo si sia assecondato un atteggiamento di questo tipo? Sebbene studiosi e commentatori abbiano sempre cercato di andare oltre le manipolazioni, solo in epoca recente esse sono state portate alla luce.