Il potere della preghiera è riconosciuto da molti come una vera e propria forza in grado di agire sul mondo materiale e sulle circostanze della vita quotidiana. Una pratica in grado di risollevare non solo lo spirito ma anche il corpo. Nel 1988 il cardiologo americano Randolph Byrd riuscì a dimostrare empiricamente questa correlazione.
Molti pensano che la scienza sia nemica della religione, ma a volte gli strumenti della ricerca sperimentale hanno documentato il potere della fede. Un progetto ideato per dimostrare tale potere fu intrapreso dal dottor Randolph Byrd, cardiologo e devoto cristiano. Byrd era talmente affascinato dalla possibilità dell’efficacia terapeutica della preghiera che decise di condurre un esperimento per metterla al vaglio.
Dato che allora lavora all’Ospedale Civile di San Francisco, aveva indubbiamente una gran quantità di pazienti con i quali effettuare i suoi esperimenti. Cominciò programmando un computer in maniera tale da selezionare casualmente 192 pazienti affetti da disturbi cardiaci mentre altri 201 pazienti dello stesso tipo furono scelti per fungere da gruppo di controllo. Byrd voleva vedere se i pazienti per la cui guarigione si pregava si sarebbero rimessi meglio dall’operazione al cuore rispetto ai pazienti di controllo. Non si unì personalmente alla preghiera, ma chiese a persone selezionate e a gruppi di preghiera di tutto il paese di partecipare allo studio. Ai partecipanti, che appartenevano a diverse confessioni religiose, furono forniti i nomi dei pazienti, ma essi non li incontrarono mai né si misero mai in contatto con loro e nessuno dei pazienti sapeva che era in corso l’indagine.
L’esperimento sul potere della preghiera richiese un anno ma al termine consentì di affermare l’idea che la preghiera è realmente efficace. Byrd comunicò gli stupefacenti risultati del suo studio durante il congresso del 1985 dell’Associazione Americana dei Cardiologi, che si tenne a Miami. Statisticamente, egli annunciò, i soggetti per cui si era pregato richiesero un minor trattamento post operatorio a base di antibiotici e svilupparono meno edemi polmonari (formazioni di liquido nelle pieghe dei polmoni). Egli trovò anche che un numero minore di pazienti per cui si era pregato morirono durante lo studio, anche se questa tendenza non fu statisticamente significativa.
Anche la reazione di altri medici a questo studio fu a dir poco sorprendente. Molti ne furono entusiasti. Probabilmente la reazione più stupefacente fu quella del Dottor William Nolan, l’autore di “Come sono diventato chirurgo” dichiaratamente scettico e contrario alla medicina non ortodossa ed in particolare alla religione come terapia. Anch’egli rimase colpito dallo studio di Byrd tanto da dichiarare: “Funziona, funziona” quando il Medical Tribune gli chiese un commento sullo studio di Byrd e sul potere della preghiera.