Negli anni ’80 del secolo scorso, un giovane greco di nome Peter Sugleris fece scalpore per la sua singolare capacità di riuscire a levitare grazie alla sola forza di volontà e a una profonda concentrazione. Esistono molti testimoni delle sue levitazioni durante le quali Sugleris rimaneva sospeso in aria a circa mezzo metro di altezza.
Il greco ventiduenne Peter Sugleris ha molto in comune con il famoso paragnosta Uri Geller, compresa la capacità di curvare oggetti metallici come chiavi e monete, influire a distanza su strumenti elettronici e fermare e riavviare le lancette degli orologi. Sugleris sosteneva di poter levitare come San Giuseppe da Copertino e il medium del diciannovesimo secolo D. D. Home. Quand’era ancora ragazzo, la madre, che pensava che la sua capacità di levitare era ereditaria, lo chiamava “Ercole” per i suoi poteri sovrumani. Lo zio materno della madre di Peter aveva fama di aver levitato almeno due volte fra i sedici e i diciotto anni di età.
Peter Sugleris affermò di levitare con maggiore frequenza in presenza di membri della sua famiglia nel corso della vita di tutti i giorni, ma, aggiunse, è in grado di levitare a volontà, benché non a comando, anche in presenza di altre persone. L’impresa richiedeva un’immensa concentrazione e spesso egli si preparava parecchi mesi prima osservando una dieta vegetariana.
In un’occasione, videoregistrata da sua moglie Esther, verso la fine di febbraio del 1986, Peter Sugleris si sollevò dal pavimento della cucina di circa mezzo metro, e rimase sospeso nello spazio per 47 secondi. Durante la levitazione, la sua faccia era così stravolta che sua moglie si spaventò. “Ho pensato che stesse per scoppiare“, raccontò, “era così gonfio!“.
In seguito Peter Sugleris descrisse l’esperienza, dicendo che si era messo a sudare copiosamente e si era sentito stordito e insonnolito. “Mi ci sono voluti dai dieci ai quindici minuti per riprendermi“, osservò, “Ero confuso, mi girava la testa, temevo di perdere i sensi. L’avevo fatto per rabbia: avevo voluto dimostrare che ne ero capace“. Le spaventose contrazioni della sua faccia durante le levitazioni ricordavano almeno in parte le circostanze in cui avvenivano i miracolosi voli di San Giuseppe da Copertino, che, stando a tutte le testimonianze, li iniziava e li terminava con un grido acuto.