Antiche leggende narrano dell’esistenza di intere città sommerse lungo la costa della Gran Bretagna. Nel 1939 venne organizzata un’esplorazione subacquea per verificare la presenza di rovine che diede esito negativo. Nonostante ciò, molti studiosi pensano si tratti di leggende scaturite da eventi realmente avvenuti.
Secondo antichissime leggende inglesi, i mari che circondano la Gran Bretagna hanno sommerso almeno tre fiorenti regni. Il primo si chiamava Tyno Helig, e si estendeva a nord di Gwynedd, al di sotto della attuale Baia di Conway.
Tyno Helig sarebbe stato distrutto nel VI secolo a.C. per colpa della malvagità dei regnanti, che vivevano nel Llys Helig Palace, tre chilometri al largo dell’attuale costa del Galles. Le acque del mare sommersero ogni cosa e ogni essere vivente, eccetto il re ed i suoi figli, che vennero risparmiati perché si emendassero e conducessero una vita migliore.
Per secoli, le popolazioni costiere di quella parte del Galles hanno sostenuto che le rovine del palazzo si possano vedere sott’acqua, quando c’è la bassa marea. Tuttavia, un’esplorazione subacquea effettuata nel 1939 ha dimostrato che le pretese “rovine” sono in realtà una formazione rocciosa naturale, sommersa durante l’età del ferro.
Un’analoga esplorazione effettuata nella Baia di Cardigan ha consentito di cancellare in parte un’altra leggenda su una terra “perduta”, Lowland Hundred.
Anche Lowland, secondo la tradizione era perita per colpa delle debolezze umane. Le due storie di città sommerse sono così simili, che la seconda potrebbe benissimo essere una versione locale della leggenda di Tyno Helig. Secondo la tradizione, quello di Lowland Hundred era un fertile e prospero territorio largo una sessantina di chilometri e lungo trenta, che collegava l’attuale isola di Bardsey con la costa. Un complesso sistema di dighe lo difendeva dal mare. La capitale del regno era Caer Gwyddno dove risiedeva il signore del territorio, Gwyddno Garanhir, con la sua corte.
Una notte venne data a palazzo una grande festa, durante la quale le chiuse delle dighe vennero aperte per incuria o per uno scherzo incosciente: l’intero regno venne allagato e sommerso insieme ai suoi pochi abitanti.
Una decina di chilometri a occidente di Land’s End c’è un gruppo di isolotti rocciosi chiamato Seven Stones, le sette pietre, che alcuni pescatori della Cornovaglia chiamano ancora The Town, la città. Si dice infatti che quello fosse il luogo dove sorgeva la capitale di Lynosse, il fiorente regno che secondo antiche leggende, collegava un tempo la Cornovaglia con le isole Scilly. Lyonesse, detto Lethowstow nella lingua della Cornovaglia, contava numerosi e prosperi villaggi, con non meno di 140 chiese.
Già nel XVI secolo circolavano racconti di pescatori che avevano pescato cornici di finestre e altri resti di edifici nella zona di Seven Stones, e questo probabilmente diede origine alla credenza che la capitale di Lyonesse dovesse trovarsi da quelle parti.
A quanto pare, le acque del mare cominciarono a infiltrarsi nel territorio di Lyonesse in misura sempre più allarmante nel corso del V secolo, eppure solo un uomo, di nome Trevellyan, si rese conto del pericolo incombente, e spedì la famiglia in Cornovaglia, per metterla al sicuro. Poco dopo, tutto il regno fu inghiottito dall’Atlantico, ma Trevellyan riuscì a sua volta a raggiungere in groppa a un cavallo bianco la Cornovaglia, unico scampato all’immane catastrofe. Benché Lyonesse, Tyno Helig e Lowland Hundred appartengano alla mitologia, è vero che molte di quelle zone ora sommerse furono un tempo abitate. Le genti che vivevano in quei territori possono essere state gradualmente respinte verso l’interno, e i loro racconti sui villaggi natali abbandonati sotto l’incalzare delle acque possono aver contribuito alla formazione delle leggende sulle città sommerse.