I primi conquistadores arrivati nel Nuovo Mondo rimasero esterrefatti nell’ascoltare dalle popolazioni indigene racconti sul mitico El Dorado, letteralmente l’Uomo d’Oro. In base alle loro leggende, El Dorado era solito ricoprirsi di polvere d’oro che poi asportava lavandosi in un lago sacro dopo aver fatto preziose offerte agli dei.
Nel XVI secolo, la famiglia Welser gestiva una delle banche principali di Augusta, in Germania. A questa si rivolse Carlo I di Spagna per un prestito che gli assicurasse la supremazia del Sacro Romano Impero, concedendo in cambio ai Welser il permesso di insediarsi e sfruttare l’odierno Venezuela, cosa che essi fecero nel 1529, organizzando immediatamente spedizioni per cercare ricchezze.
A parte i monili d’oro, che non erano ovviamente di loro produzione, le tribù delle pianure di quella zona erano povere, ma dai loro racconti i Tedeschi appresero dell’esistenza di un regno favoloso nelle Ande settentrionali. Il capo di questa leggendaria civiltà era chiamato El Dorado, “l’Uomo d’Oro”, perché i suoi sudditi, si diceva, erano soliti ricoprirlo di polvere d’oro, che egli asportava lavandosi in un luogo sacro, dopo aver fatto offerte di oro e preziosi.
Nel 1538, tre spedizioni, due spagnole e una tedesca, confluirono sul lago Guatavita, vicino all’odierna Bogotà, in cerca dell’Eldorado. Lo spagnolo Hernàn Pérez de Quesada, che guidava la spedizione da nord, arrivò per primo e portò via una quantità di oro, smeraldi e pietre dure agli indigeni Chibcha, dividendo il bottino con il conquistatore della città inca di Quito, Sebastiàn de Belalcàzar, arrivato da sud, e con Nikolaus Federmann, che dal Venezuela aveva compiuto un’epica traversata delle Ande.
Per quasi un secolo numerosi avventurieri rastrellarono la giungla, drenarono laghi, torturarono indigeni e risalirono fiumi alla ricerca dell’El Dorado e della sua Città d’oro. Anche il navigatore inglese sir Walter Ealeigh risalì l’Orinoco nel 1595 ed esplorò la Guyana nel 1617 alla ricerca del favoloso El Dorado. La città del leggendario personaggio non fu mai trovata, ma un drenaggio parziale del lago Guatavita, effettuato nel XVI secolo, rivelò che effettivamente nei pressi c’erano state offerte di oggetti d’oro, e offerte simili si trovarono anche nel lago Titicaca. Non è escluso che i resti dell’Uomo d’oro giacciano anch’essi sul fondo di qualche lago andino.