L’esistenza del Regno delle Fate popolato da elfi, gnomi, folletti, fauni, etc viene considerata frutto della fervida fantasia di scrittori basata su antiche leggende popolari. Verso la fine del ‘600, in Scozia, un prete fu protagonista di un supposto caso di rapimento da parte di tali esseri per aver rivelato i segreti del loro mondo.
Il 14 maggio 1692, il reverendo Robert Kirk, pastore ad Aberfoyle, nelle Highlands scozzesi, stava prendendo una boccata d’aria prima di andare a letto. Mentre era su una collinetta vicino alla canonica, nota come “Poggio delle Fate”, cadde a terra e fu portato a casa privo di vita. Dopo poco fu sepolto nel piccolo cimitero della sua stessa chiesa.
Poco dopo il funerale, Robert Kirk apparve a un parente con un messaggio per suo cugino Graham of Duchray: “Dì a Duchray che io non sono morto, ma sono prigioniero nel Regno delle Fate“. Egli avvertì che sarebbe ricomparso nella canonica per il battesimo del figlio che era nato dopo la sua morte, chiedendo a Duchray di lanciargli un coltello sopra la testa per rompere l’incantesimo. Ma quando lo spettro del reverendo comparve, suo cugino era troppo sbalordito per agire: Kirk svanì e non lo si vide mai più. Quando questa storia fu messa per iscritto nel 1812, la gente di Aberfoyle era convinta che Kirk si trovasse ancora nel Regno delle Fate.
Intorno al 1910, la guardiana del cimitero disse a un visitatore che nella tomba di Kirk vi era una bara piena di sassi, perché lui era stato portato sulla collina dalle fate. E ancora, nel 1943 si diceva che se durante un battesimo qualcuno avesse piantato un coltello in quella che si riteneva fosse la sedia di Kirk, l’infelice sarebbe stato liberato dall’incantesimo.
La storia di Kirk potrebbe essere stata ispirata da alcune voci che correvano a quell’epoca. Poco prima di morire, egli aveva rivolto alla gente molte domande sulle fate, poiché stava scrivendo “La comunità segreta degli elfi, dei fauni e delle fate“, forse il libro più importante mai scritto sull’argomento. Si tratta non soltanto del resoconto più completo pervenutoci dal XVII secolo, quando la gente di campagna, in Inghilterra, credeva ancora al regno delle fate, ma anche dell’opera di uno studioso che ci credeva personalmente. Probabilmente gli abitanti di Aberfoyle pensarono che Robert Kirk, parlando delle fate, avesse infranto un tabù imposto agli esseri umani che avevano avuto a che fare con esse e che fosse stato rapito per aver indagato nei loro segreti.