Nel XV secolo, un umile venditore ambulante di nome John Chapman, fece un sogno precognitivo che ancora oggi è vivo nel ricordo dei cittadini del piccolo villaggio di Swaffham, nel Norfolk. Grazie alle indicazioni recepite in sogno, John Chapman ritrovò un tesoro inestimabile composto da una montagna di monete d’oro e d’argento.
Il sogno precognitivo di gran lunga più diffuso è quello che si proietta nel futuro, a volte solo per qualche ora o per pochi giorni, a volte per anni. I sogni precognitivi possono annunciare tristi eventi, ma non è sempre così, come possono testimoniare gli abitanti di Swaffham, nell’Inghilterra settentrionale. È ben vivo in loro il ricordo di uno splendido sogno fatto da un lontano concittadino, vissuto nel XV secolo, il devoto e praticante John Chapman; a lui, a sua moglie, ai suoi figli e persino al suo cane, hanno eretto statue nella chiesa dei santi Pietro e Paolo.
Chapman, umile venditore ambulante, una notte sognò di doversi recare a Londra, dove avrebbe incontrato, su un certo ponte, un uomo che gli avrebbe spiegato come trovare un ricchissimo tesoro. Troppo povero per viaggiare a cavallo o in carrozza, Chapman si fece a piedi i centocinquanta chilometri che dividevano il suo paese da Londra, e lì sul ponte, rimase diligentemente in attesa per tre giorni. Finalmente un bottegaio, incuriosito, volle sapere che cosa facesse là, e lui raccontò il sogno; ma, siccome si vergognava un po’, non ebbe il coraggio di rivelare il proprio nome o quello del suo paese.
“Mi spiace per te, amico mio“, rispose il bottegaio, “ma se avessi dato retta ai sogni mi sarei dimostrato uno sciocco anch’io, come te. Non è molto, infatti, che ho sognato che in un villaggio del Norfolk, Swaffham, abita un certo John Chapman, un venditore ambulante. Nell’orto dietro casa sua c’è un pero, almeno così ho sognato, e sotto a quel pero è sepolta una pentola piena di monete d’oro. Sarei proprio uno stupido se mi mettessi in viaggio, facessi tutta la strada fin là per trovare quella pentola!“.
John Chapman, che stupido non era, capì il messaggio e se ne tornò in tutta fretta a casa, a scavare sotto il vecchio pero. Dissotterrò una pentola piena di monete d’oro e d’argento. Non basta: sul coperchio c’era scritto: “Sotto di me giace un tesoro molto più ricco di questo“. Chapman scavò ancora e trovò un baule con un tesoro ben più consistente. Se lo portò in casa e si guardò bene dal parlarne ad anima viva; ma un giorno i suoi compaesani decisero di restaurare la chiesa. Quando la gente si radunò per decidere il contributo che ciascuno avrebbe dovuto versare, Chapman annunciò sorridendo che avrebbe pagato tutto lui e che avrebbe costruito anche un nuovo campanile. E così gli abitanti di Swaffham vennero a sapere l’incredibile storia di quel sogno.
Il racconto potrà lasciare perplessi, ma contiene tutti gli elementi che caratterizzano il sogno precognitivo. Peraltro, è un fatto storico documentato che un semplice artigiano, chiamato John Chapman, donò i fondi per il restauro della bella chiesa di Swaffham. Tra gli aspetti più interessanti del sogno di Chapman e di quello del bottegaio londinese sono da notare i riferimenti precisi a luoghi realmente esistenti. Si ha notizia di numerosi altri casi altrettanto precisi, anche se non altrettanto documentati.