Nell’agosto del 1920, a Templemore, in Irlanda, si diffuse la notizia che nella casa di un certo Thomas Dwan e in quella di sua cognata, la signora Maher, tutte le statue e le immagini religiose avessero iniziato a sanguinare simultaneamente. Il fenomeno passato alle cronache come le “statue sanguinanti di Templemore” richiamò nella piccola cittadina migliaia di fedeli in preghiera.
In Irlanda, il 1920 fu un anno di violenza. Il governo britannico aveva messo fuorilegge il Sinn Fein (movimento nazionalista irlandese) e il Dail (l’assemblea irlandese) e i nazionalisti stavano intraprendendo una feroce guerriglia contro le autorità, in particolar modo contro le famigerate truppe “Black e Tan” che erano state inviate per ristabilire l’ordine. Bombe, incendi, delitti, episodi di terrorismo, impiccagioni e fatti di sangue erano all’ordine del giorno.
Il 15 agosto, il municipio di Templemore, nella contea di Tipperary, venne incendiato e vari altri edifici furono distrutti in una spirale di violenza che appariva inarrestabile. Sei giorni dopo, tutte le statue e le immagini religiose in casa di Thomas Dwan e in quella di sua cognata, la signora Maher, incominciarono a sanguinare simultaneamente.
La notizia del miracolo delle statue sanguinanti si diffuse nella campagna circostante, e da allora iniziò un flusso sempre crescente di pellegrini. Vennero allestiti treni speciali da Dublino per Templemore; l’agenzia di viaggi Cook arrivò a informarsi persino se le disponibilità di alloggio erano tali da reggere l’arrivo di 2.000 pellegrini. Analoghe richieste provenivano dagli Stati Uniti, dal Sudafrica e dal Giappone, un gruppo era atteso anche dall’India. Un mare di tende, chiamato “Città dei pellegrini“, circondava Templemore da tutte le parti.
A casa della Maher viveva James Walsh, un ragazzo molto devoto. Sul pavimento di terra battuta della sua camera, un incavo della grandezza di una tazza da tè si riempiva sempre d’acqua, miracolosamente; da quale sorgente si alimentasse quella piccola pozza, nessuno lo sapeva e tantomeno James. I pellegrini ne portavano via taniche intere, ma l’acqua si riformava sempre.
All’inizio, la gente poteva entrare nelle due case a gruppi di 50, e rimanervi per cinque minuti. In seguito, le statue vennero messe in mostra alle finestre; processioni di pellegrini si assiepavano tutto il giorno davanti alle case, e di notte portavano delle lanterne. Si ritiene che nel giro di un mese, e cioè prima che il fenomeno delle statue sanguinanti cessasse, abbia visitato Templemore quasi un milione di persone.