Nel libro “Unknown but know” del celebre medium americano Arthur Ford è riportato un tipico caso di pre-morte. Similmente ad altre testimonianze di NDE (Near Death Experience), il soggetto si è ritrovato al di fuori del proprio corpo ad interagire con persone morte da tempo finché non è stato costretto a reincarnarsi.
“Una delle esperienze più vivide di tutta la mia vita è stata un’escursione fuori dal mio corpo. Per me, risolse per sempre il problema della sopravvivenza, portandolo dal campo della fede in quello del realismo più solido. Mi ammalai gravemente. I medici non credevano che me la sarei cavata, ma continuavano ad operare. Mi trovavo all’ospedale di Coral Gablea, e pensavano che non avrei superato la nottata.
Sentii un medico dire all’infermiera: “Gli faccia un’iniezione: perlomeno non soffrirà“. Mi stavo chiedendo quanto tempo avrei impiegato a morire. Improvvisamente, mi trovai in aria al di sopra del mio letto. Vedevo il mio corpo ma non mi interessava più di un indumento logoro da buttare via. Poi persi ogni conoscenza. Mi svegliai da questo fluttuare nello spazio, con la sensazione di non avere più un corpo come prima; eppure ero sempre io. Mi trovavo in una verde vallata circondata da monti, e dappertutto vi era uno splendore di luce e di colori indescrivibile. Da ogni parte si avvicinavano persone che avevo conosciuto e che avevo sempre considerato morte. Coloro che erano morti da vecchi avevano un aspetto maturo. Mi mostrarono tutte le cose che desideravano farmi vedere. Era proprio come quando mi recavo all’estero e al mio primo arrivo i miei amici venivano a prendermi.
Mi aspettavo di vedere un certo numero di amici che non erano attorno a me, e così domandai di loro. Immediatamente la luce si abbassò e i colori sbiadirono. Attraverso una nebbia, mi fu concesso di vederli. Il mio corpo si appesantì e pensieri terreni si affacciarono alla mia mente. Mi resi conto di trovarmi in una sfera inferiore. Mi rivolsi a loro e sembrava che mi ascoltassero, ma io non udivo le loro risposte. Poi apparve al mio fianco una persona tutta radiante e mi sentii ristabilito.
Ognuno era intento a seguire misteriose faccende. Un certo numero di persone che avevo ben conosciuto non si interessava affatto a me, mentre altre che avevo conosciuto superficialmente sembravano interessarsi molto alla mia condizione; in questo luogo, infatti, i rapporti sono regolati dalla legge dell’affinità. Ad un certo punto, un’assemblea di esseri superiori prese in considerazione il mio caso. La Bibbia parla di angeli e di arcangeli: è possibile che tali spiriti appartenessero a questi ordini? Si interessavano pochissimo a piccoli errori ai quali invece diamo tanta importanza sulla Terra ma erano seriamente preoccupati da ogni spreco di energia, da ogni opportunità da me mancata per adempiere ciò che sapevo doveva essere fatto. Era chiaro che sarei dovuto ritornare.
Sulla soglia del ritorno, puntai i piedi come un bambino capriccioso. Ebbi come la sensazione di precipitare attraverso lo spazio e mi ritrovai davanti il viso dell’infermiera. Ero stato in coma per due settimane circa.
Da quando si trova al mondo, viaggi spirituali di questo genere, sono stati sempre sperimentati dall’uomo. La moderna psicologia non è mai riuscita a spiegare queste esperienze, e neppure a ridurle a livello di sogni ordinari. Le esperienze fuori dal corpo presentano generalmente alcuni aspetti che non si manifestano nei sogni. Esiste, infatti, quel senso di dirigersi nell’aria in un posto specifico e di poter vedere dettagliatamente degli oggetti, compreso il proprio corpo fisico. Viene frequentemente menzionato quel cordone luminoso che collega il corpo allo spirito e la sensazione che se il cordone venisse spezzato i due corpi rimarrebbero per sempre divisi, e quello fisico morirebbe”.