Sri Satya Sai Baba, è stato uno dei guru con il maggior numero di seguaci della storia. Nato nel 1926, a Puttaparthi, nell’India meridionale, Sai Baba è riuscito a destare l’attenzione e la curiosità di migliaia di fedeli e semplici curiosi grazie ai numerosi fenomeni inspiegabili che era in grado di produrre sotto gli occhi esterrefatti di centinaia di persone.
Si dice che fin da bambino Sri Satya Sai Baba, di Puttaparthi, presso Bangalore, nell’India meridionale, avesse la sorprendente capacità di far comparire dolci in una borsa vuota. Nel 1940, a 13 anni, fu punto da uno scorpione e da allora in poi parve sempre più dotato di poteri paranormali. Questo guru, con 50 milioni di seguaci, era noto come Sai Baba; sosteneva di essere la reincarnazione di un taumaturgo indù, di nome Sai Baba di Shirdi, morto nel 1918.
Sai Baba è stato visto materializzare grandi quantità di vibhuti, o cenere sacra, sulla punta delle dita; estrarre dalla bocca oggetti a forma di uovo; produrre dall’aria oggetti d’oro, gioielli, cibi, fotografie e monete; convertire l’acqua in benzina o altri liquidi; far sì che fiori gettati per terra a caso formassero parole di senso compiuto; far sorgere statue dalla sabbia. I suoi seguaci affermano che ha fatto risorgere un uomo morto da tre giorni e che operava guarigioni di presenza o a distanza. Egli sosteneva di avere una conoscenza telepatica completa di tutto ciò che facevano i suoi devoti. Sebbene non leggeva libri, non meditava e avesse ricevuto una scarsa educazione, Sai Baba faceva citazioni dalla Bibbia, dal Corano, da Socrate, da Kant e da Carlo Marx, così come dalle antiche scritture sacre indù.
Alcuni ricercatori fanno notare che i prodigi di Sai Baba avvenivano di solito al cospetto di folle imbevute di superstizione e di credenze nel soprannaturale e che i suoi seguaci esageravano o addirittura inventavano i miracoli per motivi di propaganda. Tra il 1992 e il 1993, Dale Beyerstein, biofisico della Simon Frazer University di Vancouver, in Canada, ne contestò i pretesi prodigi in una serie di articoli intitolata “I miracoli di Sai Baba: un esame critico“.
Beyerstein negava la conoscenza telepatica di Sai Baba e dimostrava che la sua supposta profonda cultura su ogni argomento era spesso falsa. Delle resurrezioni di defunti non vi erano prove e si diceva che egli praticava trucchi ben noti a tutti i maghi. Un ex seguace di Sai Baba, B. Premanand, ora membro del Comitato indiano per l’esame scientifico dei pretesi fenomeni paranormali, ha indagato per anni sui santoni indiani ed è in grado di rifare oltre 1.200 delle prodezze attribuite a Sai Baba e ad altri come lui. Tuttavia gli osservatori scientifici non hanno ancora trovato prove definitive che il guru di Puttaparthi non abbia operato veramente dei miracoli.