Nella seconda metà del XX secolo il fenomeno delle voci dall’aldilà si è diffuso enormemente dando vita ad un nuovo campo di indagine parapsicologica conosciuto col nome di Transcomunicazione Strumentale. Nonostante esistano centinaia di migliaia di presunte registrazioni il fenomeno resta ancora molto discusso.
Un registratore fu lasciato in funzione in un armadio per verificare se le “voci dei defunti” potevano essere ascoltate indipendentemente dai medium. All’ascolto il nastro rivelò fischi, seguiti da voci, in genere sussurri, che indicavano chiaramente l’appartenenza a esseri intelligenti. Quando, nel 1959, il medium Attila von Szalay e il ricercatore Raymond Bayless riferirono di questo loro lavoro sul Journal of the American Society for Psychical Research (Bollettino della Società Americana per la Ricerca Parapsichica), suscitarono soltanto scetticismo.
Nel corso dello stesso anno, anche il musicista e produttore cinematografico svedese Friedrich Jurgenson sostenne di aver stabilito un contatto elettronico con i morti: mentre era in ascolto di un nastro su cui aveva registrato canti di uccelli, udì una voce, che li commentava in norvegese: era quella di sua madre, defunta. Le ricerche di Jurgenson attrassero l’attenzione del parapsicologo lettone Konstantin Raudive, che cominciò a registrare l’ascolto di parole in molte lingue su cassette vergini. Dal 1965 fino al 1974, quando morì, Raudive registrò, con rigorose tecniche, oltre 100.000 nastri con voci che sostenevano di appartenere a esseri spirituali. Nel 1971 la ricerca fu tradotta in inglese nel libro “Breakthrough: An Amazing Experience in Electronic Communications with the Dead” (Una breccia: la straordinaria esperienza di comunicazione elettronica con i morti), e da allora molti, in tutto il mondo, cominciarono a fare registrazioni.
Nell’agosto del 1985, a oltre dieci anni dalla morte di Raudive, due ricercatori lussemburghesi, Maggy e Jules Harsch-Fischbach, stavano ascoltando la radio quando la musica s’interruppe all’improvviso e una voce profonda disse: “Qui è Konstantin Raudive. Presto la cosa funzionerà ovunque“.
Parole profetiche. Da allora queste comunicazioni elettroniche si sono sviluppate enormemente, con gli “spiriti” che dispensano informazioni esoteriche o di carattere generale attraverso radio, segreterie telefoniche, computer e televisori. Il nuovo campo d’indagine ha preso il nome di Instrumental Transcommunication (Transcomunicazione strumentale) o EVP (Electronic Voice Phenomena).
I ricercatori ne hanno attribuito il successo alla collaborazione attiva degli “spiriti”, interessati all’apertura di canali di comunicazione elettronici con i vivi e a far loro sapere che la vita continua. Ma non è risolta la questione che riguarda la capacità degli spiriti di creare segnali elettromagnetici in un mondo non materiale come il loro.
La transcomunicazione strumentale è un fenomeno controverso, negato da molti. Anche Willis Harman, direttore dell’Institute of Noetic Sciences (Istituto delle scienze conoscitive), è scettico. Egli pensa che il materiale sia ottenuto onestamente, ma che sia frutto delle convinzioni degli operatori. I messaggi potrebbero provenire da esseri viventi altrove, o trattarsi di fenomeni involontari di origine mentale.