Nel 1939, un ingegnere elettrotecnico russo, Semjon Davidovic Kirlian, mise a punto una tecnica innovativa per riuscire a fotografare l’aura che circonda un corpo o un oggetto. Nonostante la fotografia Kirlian sia stata messa in dubbio da diversi scienziati, taumaturgi e guaritori si affidano ad essa per individuare le zone dove intervenire.
Numerosi sensitivi sostengono di essere in grado di percepire un alone colorato intorno al corpo umano. Essi affermano, inoltre, che questa cosiddetta “aura” rivela molto sulla persona: se è felice o triste, adirata o gelosa, materialista o spirituale.
Il dottor Walter J. Kilner del St Thomas Hospital di Londra, pensando che l’aura di una persona potesse essere utile a fini diagnostici, pubblicò nel 1911 il libro “The Human Atmosfere” (L’atmosfera umana), in cui descriveva il sistema per rendere visibile l’aura anche a coloro che non erano dotati di facoltà paranormali. Egli fissava intensamente una luce vivida attraverso una soluzione alcolica di cianina (una sostanza colorante usata come sensibilizzatore in fotografia), quindi guardava il paziente. Le zone scure che vedeva indicavano i punti di insorgenza di una malattia in atto o in potenza.
Nel 1939, un ingegnere elettrotecnico russo, Semjon Davidovic Kirlian, sembrò aver trovato un modo per fotografare l’aura, usando una carica elettrica ad alta frequenza intorno a una parte del corpo, di solito un dito, posta su un pezzo di pellicola a colori sopra una lastra metallica. Alcuni guaritori paranormali odierni usano la fotografia Kirlian per le loro diagnosi. Il parapsicologo russo Victor Injushin chiama l’aura che appare nelle fotografie Kirlian “plasma biologico” e crede che sia una sorta di doppio del corpo animato da energia che tutti gli esseri viventi posseggono.
Quanto c’è di vero nella fotografia Kirlian? E’ indubbio che i veggenti percepiscono l’aura. D’altra parte, secondo l’inglese Arthur Ellison, docente di elettrotecnica ed elettronica, l’aura non occupa uno spazio fisico, per cui non può essere rilevata per mezzo di dispositivi fisici. I risultati ottenuti con la tecnica di Kirlian possono essere spiegati scientificamente. Quando si porta la frequenza ad un livello sufficientemente alto, le molecole dell’aria intorno al dito vengono ionizzate ed è la luce che queste emettono ad essere “fotografata”.
I colori derivano dagli elementi chimici presenti nell’emissione, che a sua volta dipende in parte dalla pelle del soggetto. Sui risultati influiscono fino a 30 variabili, fra cui la pressione del dito, la temperatura e il grado di umidità dell’aria circostante. Alcune diagnosi possono essere fatte osservando i colori dell’emissione proprio in quanto rivelatori degli elementi chimici presenti sulla pelle del paziente. Per Ellison, gli eventuali risultati raggiunti dai guaritori mediante l’impiego della fotografia Kirlian per le loro diagnosi dipenderebbero più dalle loro facoltà paranormali che dalla fotografia stessa.