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Il tamburo stregato di Tedworth
6 Gen 2017

Il tamburo stregato di Tedworth

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Nella seconda metà del ‘600, Joseph Glanvill, membro della Royal Society di Londra, si occupò del cosiddetto caso del Tamburo stregato di Tedworth. Lo strumento in questione fu sequestrato dal magistrato locale e portato nella sua casa, dove iniziarono strani e frequenti fenomeni di poltergeist.

Joseph Glanvill

Joseph Glanvill

Il tamburo stregato di Tedworth, nell’Hampshire, in Inghilterra, scatenò sotto il regno di Carlo II un tale stato di agitazione che il re nominò una regia commissione di indagine. Nel marzo del 1661, John Mompesson, un magistrato locale del South Tedworth, ordinò l’arresto di un suonatore ambulante, William Drury, e la confisca del suo tamburo, con la promessa di restituirlo se fosse stata provata la sua innocenza. Ma la faccenda non ebbe seguito: Drury fu scarcerato e scomparve senza il suo tamburo.

Un mese dopo, mentre Mompesson era a Londra, il tamburo fu portato a casa sua. La notte, sua moglie udì dei rumori allarmanti e credette che vi fossero dei ladri in casa. Tre sere dopo, Mompesson, che era tornato, udì anch’egli “dei tonfi e un tambureggiamento al piano superiore della casa“. Dopo un mese il tambureggiamento sotto il tetto cessò, ma riprese nella stanza in cui si trovava il tamburo. Dei mobili furono scaraventati in aria e le assi del pavimento sollevate. I bambini avvertirono i letti lievitare sotto di loro, mentre mani invisibili li tiravano per i capelli e li picchiavano sulle gambe. Anche i domestici furono terrorizzati. Mompesson diede la colpa a un incantesimo, ma poiché lo “spirito fracassone” non si esibì in presenza dei regi commissari, si cominciò a parlare di impostura, anche se il magistrato negava fortemente.

Non tutti, però, pensavano che la storia del tamburo stregato di Tedworth fosse un imbroglio: uno degli investigatori, Joseph Glanvill, filosofo e membro della Royal Society, da poco fondata, raccontò nel suo Saducismus Triumphatus, pubblicato nel 1681, noto anche come Witches and Witchcraft (“Streghe e stregoneria“), di aver udito uno scricchiolio provenire da dietro un guanciale, seguito da un rumore come l’ansimare di un cane sotto il letto nel quale erano coricate due “pudiche fanciulle“. Egli stesso e un suo compagno frugarono nella camera, ma senza trovare nulla di strano.

Nel 1663 William Drury fu incarcerato a Gloucester per furto. Lì egli chiese ad un altro detenuto se aveva sentito parlare di rumori di tamburo nella casa di un gentiluomo a Tedworth. “Sono io che la molesto“, disse “e non gli darò pace finché non mi avrà dato soddisfazione per avermi tolto il mio tamburo“. Drury fu processato per stregoneria e deportato. I fenomeni cessarono mentre era lontano, ma ripresero quando tornò. Il racconto di Glanvill non dice come sia finita la storia del tamburo stregato di Tedworth.

Joseph Glanvill, per la sua minuziosa indagine relativa a questo caso, è considerato il padre della ricerca parapsichica moderna. Oggi i suoi argomenti possono sembrare ingenui, ma egli fu il primo a valutare sistematicamente le prove in un caso di infestazione di spiriti o di poltergeist. Nel Saducismus Triumphatus, che fu ristampato almeno sette volte, l’autore confuta in ogni capitolo gli argomenti dei filosofi scettici circa l’esistenza di spettri, streghe e spiriti vari e, nella seconda parte de libro, esamina in dettaglio più di venti casi.

In un’epoca di crescente razionalismo, le affermazioni di Glanvill risultarono anacronistiche. Egli credeva fermamente di poter provare l’esistenza di Dio e degli spiriti studiando le manifestazioni della natura. Nella sua opera “Scepsis scientifica or confessed ignorance, the way to science“, pubblicata nel 1665, Glanvill attaccò il razionalismo e propugnò la scienza sperimentale e la libertà di pensiero. Le accurate ricerche gli valsero il rispetto dello scienziato irlandese Robert Boyle. Questi, nel 1667, affermò che, anche se 19 storie su 20 di streghe e di magia possono essere inventate, una sola “pienamente provata e debitamente verificata” è già un argomento contro coloro che negano.

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