Il possesso della leggendaria lancia di Longino, utilizzata dall’omonimo soldato romano per trafiggere Gesù al costato mentre agonizzava crocifisso, è strettamente connesso con la ricerca del Sacro Graal. In base alla tradizione, la “lancia del destino” custodirebbe un potere enorme in grado di rendere invincibile chiunque la possegga.
In tutti i romanzi del Graal un messaggio emerge chiarissimo: quando la sacra reliquia finisce nelle mani sbagliate è causa di disastri immani. Il potere del Graal deve essere ben compreso, altrimenti riduce in schiavitù colui che lo detiene. Il Graal è in grado di scatenare la sua terribile nemesi qualora venga inteso con finalità negative. La morale è una sola: il potere è autodistruttivo quando per arrivarci il protagonista vende l’anima.
Uno degli esempi più emblematici dell’aspetto distruttivo del potere, quando è perseguito secondo mire nefande ed egoistiche, è rappresentato dalla fanatica ossessione che a partire dal 1930 si impossessò di Adolf Hitler alla ricerca delle sacre reliquie del Castello del Graal. A seguito di questo frenetico ricercare, Hitler credette di essere riuscito a mettere le mani sulla mitica lancia di Longino: la lancia utilizzata dall’omonimo soldato romano per trafiggere Gesù al costato mentre agonizzava crocifisso.
Il Fuhrer sosteneva che la reliquia in suo possesso fosse la Lancia del Destino, la stessa di cui si tramandava nella leggenda del Graal. Possedendo questo amuleto di straordinario potere, Hitler era convinto che il suo impero (il Terzo Reich) sarebbe stato almeno tanto potente e forte come quello di Carlo Magno (in base alla leggenda, l’imperatore del Sacro Romano Impero doveva il proprio prestigio e i propri successi in battaglia proprio al possesso della sacra lancia). A minacciare le manie di grandezza di Hitler vi era però un altro aspetto della leggenda in base al quale Carlo Magno andò incontro al declino e alla sconfitta nel momento in cui perse la sacra reliquia. Nell’opera di Richard Wagner intitolata Parsifal, questa drammatica circostanza si concretizzò quando il cavaliere Klingsor improvvisamente sparì dal piano della realtà terrena non appena scagliò la sacra reliquia contro Parsifal.
Quando il 30 aprile 1945 (lo stesso giorno in cui la settima armata americana agli ordini del generale Patton prese possesso del castello di Norimberga all’interno del quale era custodita la lancia di Longino) Hitler, consapevole che la leggenda stava consumando la propria realizzazione, si sentì avvinto nella morsa di un destino ineluttabile, non solo si arrese, ma accettò la sconfitta e si suicidò. Oggi, la lancia di Longino è conservata all’Hofburg Museum di Vienna.
Nel romanzo del XIII secolo del cavaliere bavarese Wolfram von Eschenbach dal titolo Parzival, l’eroe omonimo dedito alla ricerca del Graal, nel corso di una cerimonia che si svolge all’interno del Castello del Graal si imbatte nella sacra lancia, dalla cui punta continua a scaturire del sangue. Questa apparizione provoca molta costernazione fra i cavalieri, agli occhi dei quali essa raffigura le forze negative che stanno poco alla volta uccidendo la parte spirituale dell’umanità.
Che la lancia posseduta da Hitler fosse per davvero quella di cui si parla nella crocifissione di Gesù è da sempre oggetto di discussione. Ma anche tenendo questo aspetto da parte, la storia di questa reliquia è a dir poco straordinaria. Stando alla testimonianza di Liutprando, vescovo della città di Cremona nel X secolo d.C., la lancia di Longino entrò in possesso di Costantino il Grande, per poi passare di mano in mano da un imperatore all’altro, tanto da entrare nella tradizione con l’appellativo di “Lancia Imperiale“.
Le sacre reliquie del Graal: la spada, il calice, il piatto e la lancia, da sempre sono state considerate alla stregua di oggetti di servizio, ma quando la loro natura viene stravolta e sono intese o utilizzate come vere e proprie armi occulte di potere, chi le utilizza rischia di essere divorato e distrutto dall’interno. Questi quattro oggetti sono quegli stessi che compaiono nei quattro semi dei cosiddetti Arcani Minori nel mazzo dei Tarocchi ben noti a tutti i giocatori di carte, vale a dire: spade, cuori, denari e bastoni.