Siddharta Gautama è stato il fondatore del Buddhismo, una delle dottrine religiose più antiche e diffuse al mondo. All’età di 35 anni, mediante la pratica della meditazione, raggiunse l’illuminazione interiore ed il cosiddetto nirvana. Da allora si dedicò alla diffusione dei suoi insegnamenti e delle pratiche ascetiche.
I numerosi miracoli attribuiti al fondatore del buddhismo, cominciarono già prima della sua nascita. Sua madre sognò che un elefante bianco entrava nel suo corpo, e questo fu interpretato come la previsione della nascita di un figlio che sarebbe diventato un re o un buddha (letteralmente “risvegliato” o “illuminato”). Al bambino fu dato il nome di Siddharta Gautama, “uno il cui fine si è compiuto“.
Nato nel 563 a.C. a Lumbini, l’attuale Rummindei, nel Nepal, fu allevato nel lusso trascorrendo la sua gioventù nell’agiatezza economica. A 16 anni sposò una cugina, ma 13 anni dopo abbandonò la comoda vita principesca per quella dell’asceta errante e decise di unirsi ai grandi maestri spirituali del tempo, imparando lo yoga e praticando l’austerità.
Siddharta Gautama aveva 35 anni quando si dedicò alla meditazione per raggiungere l’illuminazione interiore. La verità che cercava gli fu finalmente rivelata in una notte di luna piena nel maggio del 526 a.C. Era seduto in meditazione sotto un fico sacro a Bodh Gaya, nella provincia indiana di Bihar, quando il capo dei demoni, Mara, lo assalì con la sua terribile orda per impedirgli l’illuminazione, ma senza riuscirvi. A metà della notte, Gautama ottenne “l’occhio divino” che gli permise di vedere la scomparsa e la rinascita degli esseri viventi. Da questa visione capì che le buone azioni portano a buone rinascite e le cattive azioni a reincarnazioni cattive. Poco prima dell’alba, quando ormai aveva estinto in sé ogni brama corporale, Siddharta Gautama raggiunse il nirvana, lo stato di pace perfetta.
La verità alla quale giunse era così ardua da afferrare da renderlo esitante nell’insegnarla ad altri, ma gli dei indù Indra e Brahma lo implorarono di spiegare a tutti la sua dottrina liberatoria. Così egli fece per oltre 45 anni, fino alla morte, avvenuta nel 480 a.C. L’albero sotto il quale Gautama sedeva al momento dell’illuminazione vivrebbe ancora, poiché un suo ramo fu piantato ad Anuradhapura, nello Sri Lanka, nel III secolo a.C. Ritenuto l’albero più antico del mondo, simboleggia l’inestinguibile anelito dell’uomo alla spiritualità.