Il massacro degli abitanti della città di Béziers, in Linguadoca, avvenuto nel 1209 è uno dei capitoli più tristi e sconcertanti del medioevo. I crociati si resero responsabili di una vera e propria carneficina che contò tra le quindicimila e le ventimila vittime. Béziers venne messa a ferro e fuoco e gli abitanti trucidati senza alcuna pietà.
Béziers appartiene oggi al Dipartimento di Hérault, in Linguadoca, ed è un popoloso centro a circa 10 Km dal Golfo del Leone. Ma nel 1209 ogni abitante rimasto nella città venne ucciso senza pietà durante la Crociata contro gli Albigesi. La storia venne raccontata da parecchi cronisti contemporanei. Di seguito è riportata la versione di Pierre des Vaux de Cernat, un monaco cistercense che scrisse nel 1213. Egli non assistette personalmente agli avvenimenti, ma basò il suo racconto su quello riferitogli dai “crociati” presenti.
Béziers era diventata un rifugio per gli eretici: quando i crociati la attaccarono ci vivevano 222 catari senza essere molestati dal resto della popolazione. Non si sa se il Conte di Béziers fosse lui stesso un cataro o semplicemente un simpatizzante, ma è certo che non fece nulla per perseguitarli o sopprimerli, e fu questo che suscitò la furia dei crociati.
Essi pretesero che gli abitanti cattolici della città consegnassero i catari, oppure dovevano abbandonare le loro case affinché i catari eventualmente rimasti potessero essere più facilmente stanati. Sebbene questa richiesta fosse stata fatta sotto pena di scomunica e l’alternativa fosse abbastanza allettante (i cattolici avrebbero avuto la possibilità di sfuggire al massacro), accadde una cosa stupefacente: la popolazione in massa rifiutò di obbedire. Come scrisse Pierre des Vaux de Cernat, essi preferirono “morire come eretici piuttosto che vivere come cristiani“. Secondo il rapporto inviato al papa dai suoi emissari, gli abitanti della città giurarono di difendere gli eretici.
Di conseguenza, nel luglio 1209, i crociati marciarono su Béziers e, senza alcuna difficoltà, se ne impadronirono e uccisero tutti gli abitanti, uomini, donne, bambini e preti, e il luogo fu messo a ferro e fuoco. Furono trucidate tra quindicimila e ventimila persone: di queste solo poco più di duecento erano eretici. “Nessuno poteva salvarli, non la croce, non l’altare, non il crocifisso“. Avendo chiesto i legati del papa ai crociati come avrebbero potuto distinguere gli eretici dal resto dei cittadini, questi diedero loro la nota risposta: “Uccideteli tutti: Dio saprà distinguerli“.
Mentre è facile capire che la popolazione potrebbe aver voluto difendere la propria città contro le razzie di un’armata, bisogna ricordare che le era stata offerta l’opportunità di andarsene e, se gli abitanti avessero voluto salvare le loro proprietà, avrebbero potuto semplicemente consegnare gli eretici e tornare tranquillamente alla loro vita quotidiana. Invece rimasero e decisero di sostenere i catari. Ma cosa accadde davvero a Béziers? Anzitutto deve essere presa in considerazione la data precisa del massacro: fu il 22 luglio, la festa di Maria Maddalena. E nella chiesa di Maria Maddalena a Béziers il Signore locale, Raymond Trencavel I, era stato ucciso quarant’anni prima per motivi ancora oscuri. A Béziers il legame tra la Maddalena e l’eresia non fu casuale, e aiuta a comprendere le motivazioni della Crociata contro gli Albigesi.
Come scrisse Pierre des Vaux de Cernat: “Béziers fu presa nella festa di Santa Maria Maddalena. Oh, suprema giustizia della Provvidenza! Gli eretici dichiaravano che Santa Maria Maddalena era la concubina di Gesù Cristo perciò con giusta causa questi cani disgustosi furono catturati e massacrati durante la festa di colei che avevano infamata“.
Per quanto questa idea possa essere stata sconvolgente per il buon monaco e per i crociati, ovviamente non doveva esserlo per la maggioranza della popolazione della città, che aveva affiancato gli eretici fino alla morte. Ma come poteva, nel medioevo, questa gente di una cittadina francese coltivare simili convinzioni? I Vangeli gnostici non erano noti (anche se lo fossero stati, è improbabile che si fossero diffusi fin lì). Dunque, da dove proveniva questa tradizione?