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Le origini dell’Albero della Vita
15 Set 2018

Le origini dell’Albero della Vita

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L’Albero della Vita è uno dei concetti chiave alla base dell’antichissima dottrina esoterica ebraica che prende il nome di Qabbalah. Il famoso studioso e ricercatore finlandese, Simo Parpola, è riuscito a ricondurre l’origine di tale simbolismo alle antiche civiltà mesopotamiche nei cui templi era spesso rappresentato un misterioso albero sacro.

Albero della Vita - Qabbalah

Albero della Vita

Nell’Albero della Vita, la struttura portante di quella tradizione esoterica ebraica che va sotto il nome di Qabbalah, è chiaramente rintracciabile l’influenza della civiltà mesopotamica. Il grande erudito finnico Simo Parpola, che tanto ha fatto per tradurre i testi esoterici assiri e babilonesi, durante le sue ricerche rimase sconcertato da alcune immagini scolpite nei palazzi dei due imperi: centinaia di rappresentazioni di un misterioso albero sacro di cui si prendono cura sacerdoti dall’aspetto piuttosto bizzarro, alcuni dei quali raffigurati con indosso una pelle di pesce, altri con le ali, altri ancora con una testa d’aquila, ma tutti recanti un secchio d’acqua in una mano e una pigna nell’altra. Nessuna delle tavolette d’argilla su cui quei popoli erano usi scrivere spiega il significato di tali immagini e per molto tempo esse rimasero un enigma.

Secondo Parpola le dottrine esoteriche dell’albero sacro non potevano essere scritte perché dovevano rimanere una prerogativa di un piccolo e selezionato numero di iniziati. Gli archeologi sanno che esisteva un consistente patrimonio di insegnamenti segreti negli imperi mesopotamici, quantomeno a partire dal II millennio a.C., ma Parpola è convinto che in realtà fossero molto più antichi. Secondo la sua opinione, quelli che riguardavano l’albero sacro, per esempio, potrebbero risalire al III millennio a.C.

Se questa congettura fosse vera, potremmo trovarci di fronte a del materiale precedente addirittura all’invenzione della scrittura e che potrebbe aver fatto parte per millenni di un sapere segreto e orale, trasmesso di generazione in generazione dagli uomini dei primordi. E’ difficile non vedere il sacro Albero della Vita come qualcosa di imparentato con “l’Albero della conoscenza del Bene e del Male” che cresceva nel Giardino dell’Eden. Ma ciò che più conta in tutto questo è che il concetto dell’albero sacro è antico quanto gli uomini stessi.

L’Albero della Vita era un simbolo che rappresentava “il divino ordine del mondo mantenuto dal re assiro”, ordine in cui il re stesso si collocava in qualità di “uomo perfetto”. Un raffronto dell’iconografia e del simbolismo numerico dell’albero sacro assiro con quello dell’Albero della Vita della Qabbalah rivela corrispondenze straordinarie e Parpola ne conclude che quest’ultimo deriva di sicuro dall’originale assiro.

L’Albero della Qabbalah simboleggia il modo in cui l’Unica Divinità si manifesta nella molteplicità della creazione. Il potere creativo viene visualizzato come un lampo di luce che emerge dall’Uno informe e, colpendo la Terra, fa nascere tutte le forme. L’albero è costituito dalle dieci Sefirot che rappresentano i simboli dei principi divini emanati, ed è formato da tre colonne, il tronco centrale più i due sviluppi verticali delle Sefirot su ciascun lato. Le due colonne laterali rappresentano gli opposti che si trovano nel mondo, come severità e misericordia, disciplina e tolleranza, teoria e pratica, femminile e maschile; il tronco centrale indica il sentiero dell’equilibrio tra di essi, come ben espresso dai suoi nomi: il pilastro della santità, la via della conoscenza. L’Albero simboleggia anche un mezzo attraverso il quale gli esseri umani possono viaggiare dal mondo terreno verso quello divino: fornisce la mappa e il modo per arrivare ad una via spirituale.

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