Gli elementi naturali: aria, fuoco, acqua e terra vennero individuati per la prima volta come origine di tutto ciò che esiste dal filosofo greco Empedocle nel V secolo a.C. Questi elementi ricoprirono un ruolo chiave nelle antiche religioni pagane e sono tuttora centrali nell’ambito di quei rituali magici che si rifanno al culto della natura.
L’impostazione di principio che lega e vincola la magia alle forze naturali ha creato un rapporto simbolico tra l’uomo e tutto ciò che la natura pone sotto la sua esperienza. L’uomo ha raccolto i messaggi che ha creduto intravedere in tutto ciò che lo circonda, traendone suggerimenti per penetrare nelle arcane misteriose energie del Creato. Nei quattro elementi naturali ha riconosciuto le chiavi per tentare le vie del mistero.
Nell’aria, simbolo di spiritualizzazione, ha visto l’elemento sottile, intermediario tra il cielo e la terra, simbolo sensibile della vita invisibile, del mondo dell’espansione, della dilatazione senza confini. L’aere è stato associato al respiro, al soffio vitale, impalpabile ma reale espressione di vita, manifestazione sensibile dell’anima stessa, per mezzo del quale si assapora la magia dell’essere, il senso dell’esistenza. E’ attraverso l’aria che ci giungono i profumi, eteree suggestive manifestazioni di un’inafferrabile realtà, e che danno l’esaltante sensazione di permanenti presenze spirituali. L’aria permea tutto il mondo sensibile identificandosi nell’anima universale.
Il fuoco, distruttore e rigeneratore, che dona calore e luce, intangibile forza inafferrabile, forgiatore dei metalli, magica forza purificatrice, è il simbolo della vita nelle sue più ardenti espressioni. La fiamma, con i suoi mille cangianti colori, dà l’immagine del continuo divenire. Il fuoco è costantemente presente nei riti magici, nelle trasmutazioni alchemiche, e giunge fino alla sacralità delle are e degli altari. È forza rinnovatrice e rigeneratrice (la Fenice risorge dalle proprie ceneri). Nelle tradizioni del popolo Vuh, gli Eroi gemelli, dei del mais, muoiono nel rogo acceso dai loro nemici per risorgere nei germogli verdi del mais, mitizzazione mistica e poetica dell’uso di bruciare i campi prima della semina. Il fuoco è quindi il motore della rigenerazione periodica. È sopratutto simbolo della purificazione totale che, appunto, annienta e rigenera. In sanscrito “puro” e “fuoco” sono la stessa parola. Il fuoco è nella potenza del fulmine e nello splendore del Sole, spirito e materia insieme, sensibile ma impalpabile. E’ forse l’elemento che più di ogni altro dà il senso dell’incantesimo e del magico.
Nell’acqua si riconoscono tre temi simbolici fondamentali: sorgente di vita, mezzo purificatore, centro di rigenerazione. Nella tradizione indiana l’acqua è la materia prima, la prakriti; il brahmanda, l’uovo del mondo, è covato alla superficie delle acque. Nella Genesi lo spirito di Dio aleggia sulle superfici delle acque. Per i cinesi l’acqua è il vu-chi, il senza culmine, il caos primitivo. Il concetto di acque primordiali, di oceano delle origini, è quasi universale. Presso alcune popolazioni asiatiche, in Polinesia, l’acqua è considerata la potenza cosmica; in alcuni testi tantrici l’acqua si identifica con il prana, il soffio vitale. Come dono del cielo, da cui discende, l’acqua è riconosciuta universalmente come simbolo di fertilità e di fecondità; è il veicolo di ogni forma di vita.
Altrettanto universale è il concetto dell’acqua quale mezzo di purificazione rituale. In tutte le religioni, in tutte le credenze, nei rituali magici, le abluzioni hanno una funzione fondamentale. Dai lavacri taoisti all’aspersione dell’acqua benedetta del cristianesimo, alle immersioni indù, si ripropone costantemente la funzione purificatrice e rigeneratrice dell’acqua. Nelle cerimonie magiche l’acqua, “magnetizzata” dalle virtù iniziatiche dell’operatore dell’occulto, assume facoltà taumaturgiche. Nei sortilegi eseguiti per “sciogliere” fatture e malefici viene spesso usata l’acqua benedetta. E’ convinzione diffusa che, spruzzando con acqua consacrata un individuo colpito da fattura, la pelle di questi si arrossi e si irriti nei punti in cui cadono le gocce d’acqua. Una particolare simbologia collegata all’alchimia e alle influenze astrali regola e codifica, in magia, l’uso dell’acqua come elemento lustrale e come attivo strumento di potenza nell’esecuzione dei riti nei quali viene impiegata.
La terra simboleggia la madre, tellus mater. Dal suo seno germina la vita ed è anch’essa simbolo di rigenerazione, e di continuità dell’esistenza. Il seme gettato nel suo grembo si trasforma in pianta, vive traendo da lei il sostentamento attraverso le radici che scendono nel profondo, produce i semi per nuove piante, muore a sua volta e dissolvendosi lentamente torna a reintegrarsi nella terra fecondandola e divenendo alimento per i nuovi semi. È l’eterno ciclo vitale che si ripropone nella sua meravigliosa magia. La terra, nelle sue profondità, cela inestimabili tesori: i metalli, le pietre, le gemme e tutti i minerali. La sua superficie si copre di fiori e di messi, anch’esse simbolo del continuo rinnovarsi del ciclo vitale di cui la terra è madre. E’ dalla terra che l’uomo ricava il primo e più diretto contatto, da cui percepisce quelle vibrazioni cosmiche che gli permettono di esplorare il mondo della magia.