Il noto medico Franz Anton Mesmer, che operò nella seconda metà del ‘700, guarì centinaia di pazienti affetti dalle più disparate malattie, mettendo in atto le sue teorie sull’esistenza di un “fluido magnetico”. Nonostante sia stato ostacolato dalla medicina ufficiale del suo tempo, ancora oggi molti sostengono che Mesmer sia stato un autentico genio dell’umanità.
Franz Anton Mesmer nacque in Germania il 23 maggio 1734. Fin dalla prima infanzia, il padre progettò per lui una prestigiosa carriera in ambito monastico. Secondo informazioni non documentate, poco tempo dopo essere entrato in monastero, Mesmer scappò a Vienna dove, dopo un breve approccio allo studio del diritto si iscrisse alla Facoltà di Medicina, laureandosi brillantemente nel 1766. Il titolo della sua tesi fu: “De Planetarum Influxu” (L’influenza dei pianeti). Nel suo primo lavoro, Mesmer annunciava l’esistenza di un fluido che, proveniente dal cosmo, permeava l’intero universo, agendo su tutti gli esseri viventi. Seguendo la stessa linea teorica di Kircher e parafrasando la sua definizione, definì questa sottile energia “magnetismo“.
Per collocare Mesmer nel contesto scientifico del suo tempo conviene ricordare che si tratta dell’epoca di Franklin, di Galvani, di Volta: in un certo qual modo, l’elettricità ed il magnetismo sono le energie di “moda”. Ogni fenomeno sconosciuto viene spiegato tramite queste forze formidabili e invisibili. Mesmer è il propugnatore più tenace ed attivo della teoria magnetica, ma le sue idee si trovano anche in autori prettamente diversi come Gracian, Van Helmont, Fludd, Burgrove, Glocenius, Helnotius, Porta o Maxwell.
Il gesuita Hell, che applicava lastre di metallo sui corpi nudi dei pazienti, seguiva procedimenti simili a quelli del medico tedesco. Alcuni anni più tardi Mesmer sarebbe sceso in aperta polemica con Hell; per molto tempo si sarebbero accusati a vicenda di plagio, ognuno di essi rivendicando la priorità e l’esclusività della scoperta del famoso “fluido magnetico“.
Comunque sia, nel 1773 Mesmer portò a termine la prima guarigione su una giovane che soffriva di convulsioni. Applicando sullo stomaco e sulle gambe della ragazza tre calamite, la giovane guarì completamente. Il fatto sollevò un tale polverone che uno dei primi clienti di Mesmer fu addirittura il prof. Osterwald, allora presidente dell’Accademia delle Scienze di Monaco, afflitto da paralisi. Naturalmente la guarigione di un personaggio tanto illustre indusse centinaia di persone a rivolgersi a Mesmer con la speranza di alleviare le loro sofferenze.
In questo periodo la teoria del flusso magnetico di Mesmer subì un’evoluzione, descritta nell’opera “Lettera ad un medico straniero“: è il potere emanato dall’uomo, il “magnetismo umano“, a produrre effetti benefici sui pazienti. Di fronte all’esigenza di dover provvedere ad un numero esorbitante di pazienti, Mesmer inventò uno strumento tramite il quale accudire simultaneamente un gran numero di malati: la “vasca della salute”.
Il nuovo metodo, sempre basato sulla magnetizzazione, si dimostrò in grado di curare le più svariate malattie. Com’era inevitabile, tuttavia, i ripetuti risultati positivi di Mesmer finirono per provocare in ambito scientifico dapprima un certo malessere e successivamente l’invidia manifesta dei medici viennesi. La polemica giunse al culmine quando Mesmer guarì un altro prestigioso personaggio, una certa signorina Paradis, pianista privata dell’Imperatrice Maria Teresa, colpita dalla cecità improvvisa. Mesmer ottenne che la ragazza recuperasse la vista, ma il medico di corte, il Dottor Von Stoerk, rifiutò di ammettere questa guarigione miracolosa. Gli intrighi di corte orditi dal medico per screditare Mesmer giunsero a tal punto che venne ufficialmente ordinata l’immediata cessazione di tale attività terapeutica. La signorina Paradis cessò nuovamente di vedere e il medico utilizzò la ricaduta della poveretta per screditare ulteriormente Mesmer.
Lo scandalo seguente fu di tali proporzioni che Mesmer si vide costretto a fuggire da Vienna e rifugiarsi a Parigi. Giunto nella capitale francese, Mesmer alloggiò nell’attuale Place Vendome. I buoni risultati ottenuti con i primi trattamenti ebbero eco immediato. Uno dei suoi primi più entusiasti discepoli, il marchese Armand Marc Jacques Chastenet de Puysègur, descrisse così le singolari sedute che avvenivano nel laboratorio parigino di Mesmer: “Il fondo della vasca è composto da bottiglie piene di acqua magnetizzata, collegate l’una all’altra secondo uno schema particolare. Al di sopra di queste bottiglie viene versata dell’acqua fino ad una certa altezza; dalla vasca escono bacchette di ferro; un’estremità della bacchetta tocca l’acqua, mentre l’altra, che termina con una punta, viene applicata ai malati. Una fune che comunica con il deposito magnetico unisce i pazienti l’uno all’altro, e questo serve per stabilire un’equilibrata circolazione del fluido. I pazienti appoggiano sulla parte malata aste di ferro e si legano l’uno all’altro per mezzo di corde. In quest’atmosfera particolare, ognuno di essi spera più o meno in un miracolo. Dopo un po’ si sente suonare un pianoforte, accompagnato a volte da una voce, o da un’armonica; il maestro appare indossando un vestito di seta color lilla, impassibile, maestoso, ieratico, con in mano una grande bacchetta di ferro con la quale tocca i malati. Li guarda intensamente per magnetizzarli e impone le mani sui loro ventri o sulle spalle. Alcuni pazienti non provano nulla. Altri vomitano, sentono un gran caldo e sudano. C’è chi si agita, tormentato da convulsioni intensissime per numero, impeto e potenza. A volte le convulsioni durano più di tre ore e sono caratterizzate da movimenti involontari e violenti di tutte le membra e del corpo intero, crisi di tremito e tremore al ventre, disturbi della vista, grida acute, pianti, singhiozzi o riso incontrollato. Queste manifestazioni sono precedute e seguite da uno stato di debolezza e di sonno, da una specie di abbattimento e di intorpidimento”. Aggiunge ancora: “Abbiamo osservato che tra i malati in crisi è superiore il numero delle donne, queste crisi iniziano a manifestarsi dopo una o due ore dall’inizio del trattamento, e che quando inizia la prima manifestazione, essa è seguita dopo poco tempo da quella di tutte le altre pazienti“.
Si sono sottolineate certe frasi e ci si è dilungati nella descrizione, per porre in rilievo l’intensità del livello di suggestione che aleggiava in quelle impressionanti sedute. Va notato che fino al 1770 Mesmer abbia fatto regolari visite ad un sacerdote gesuita chiamato Johann Gassner. Quest’uomo era fermamente convinto che le malattie fossero provocate da spiriti maligni che potevano essere espulsi dal corpo solo mediante appropriate preghiere ed esorcismi. Sembra che le cerimonie officiate da padre Gassner fossero terribilmente suggestive: il gesuita effettuava i suoi esorcismi completamente vestito di nero, con un crocifisso in mano ed una voce sconcertante che tuonava ordinando agli spiriti di abbandonare il corpo dei poveri malati posseduti. È più che probabile che lo stesso Mesmer approvasse quella messa in scena, che considerava uno degli elementi indispensabili per suggestionare i pazienti, i cui sintomi e le cui reazioni sarebbero stati immediatamente identificati come isterici da qualsiasi medico.
La storia personale di Mesmer è piena di alti e bassi, è un alternarsi continuo di periodi più o meno fortunati. A quell’epoca i suoi pazienti accorrevano in tal numero che fu necessario aprire vari ambulatori. Ma anche a Parigi lo attendevano dei problemi. Un certo Dottor Deslon, uno dei suoi primi discepoli, fu minacciato di espulsione dall’Accademia Francese di Medicina se non avesse cessato i suoi trattamenti mediante il magnetismo. Deslon cominciò allora a coinvolgere i personaggi più importanti dell’Accademia invitandoli ad investigare ufficialmente sui principi scientifici del magnetismo animale: sperava in tal modo di troncare sul nascere ogni possibile critica. Luigi XVI creò ben due commissioni, una composta da quattro membri della Facoltà di Medicina ed una seconda composta da cinque membri dell’Accademia delle Scienze, tra i quali si trovavano gli illustri Benjamin Franklin e Antoine Laurent de Lavoisier.
Vennero raccolte numerose ed esaurienti testimonianze. Varie persone scelte a caso si mostrarono totalmente refrattarie al magnetismo. Altre, al contrario, ebbero crisi isteriche, persino quando dietro la porta della stanza nella quale avrebbe dovuto trovarsi il magnetizzatore non vi era nessuno. Alla fine, la stampa del regno pubblicò più di ottantamila copie di una relazione che riportava le conclusioni cui erano giunte le due commissioni. Vi si poteva leggere: “Avendo dimostrato per mezzo di esperienze decisive che l’immaginazione senza magnetismo produce conclusioni, e che il magnetismo senza immaginazione non produce nulla, niente prova l’esistenza del fluido magnetico animale“. Proseguiva poi avvertendo che: “L’imposizione delle mani e l’intervento ripetuto dell’immaginazione per produrre le crisi possono essere dannose; lo spettacolo di queste crisi è pericoloso, invita all’imitazione e, conseguentemente a ciò, ogni trattamento pubblico nel quale vengono impiegati i metodi del magnetismo alla lunga può solo avere effetti funesti“. Concludeva poi la commissione dei medici affermando che: “I risultati prodotti da questi presunti metodi di cura sono dovuti esclusivamente alla contraffazione e all’immaginazione“. Curiosamente solo uno di quegli scienziati, Antoine Laurent de Jussiu, si raccomandò affinché il problema del magnetismo fosse studiato più dettagliatamente. “Se la terapia che sfrutta l’immaginazione dà migliori risultati, affermò con una logica impeccabile, perché non usarla?“. A partire da allora, invalidato scientificamente il magnetismo, la stella del suo autore iniziò a declinare. Mesmer morì il 5 maggio 1815 nelle vicinanze delle dolci acque del lago di Costanza, ma i semi che aveva piantato non tardarono a dare frutti.